“Come al solito si fa di tutta l'erba un fascio:
"se il professore è bravo i ragazzi ti ascoltano e viceversa" come se
i ragazzi fossero tutti uguali e fatti con lo stampino. Ho avuto classi ottime
e classi con maggioranza di fannulloni che facevano i fatti loro ma io ero
sempre lo stesso docente. Ci sono sempre i ragazzi difficili, figli di una
società che esalta giustamente pessimi modelli e che abbiamo creato noi. E'
vero, ma un docente, con lo stipendio poco maggiore di un portiere di
condominio (con tutto il rispetto per i portieri di condominio) mi spiegate che
deve fare con gli alunni difficili? Deve combattere contro i genitori? Contro
la società? Contro i modelli di delinquenza che regnano in alcuni quartieri? Un
ragazzo che sputa in faccia al padre (una volta mi è capitato) sta a sentire
me, che tra l'altro ho altri 99 alunni da seguire? E dopo 15 anni di
insegnamento io, nonostante i miei difetti, mi sento con la coscienza a posto
visto anche che sono tanti gli alunni riconoscenti nei miei confronti, specie
dopo il diploma. Questo che non lo dico per me ma perchè vale per tanti altri
docenti: GLI ALUNNI NON SONO TUTTI UGUALI E SE IN MINIMA PARTE NON SONO IN
GRADO DI CONTINUARE GLI STUDI VANNO BLOCCATI PER IL BENE LORO E QUESTO NON E'
UN FALLIMENTO DEL DOCENTE PERCHE' COME DICEVA QUINTILIANO IL DOCENTE DEVE
IMPEGNARSI PER L'INSEGNAMENTO MA L'ALLIEVO DEVE PREDISPORSI ALL'APPRENDIMENTO e
non basteranno milioni di corsi di formazione INUTILI (ma fonti di lucro) a
ovviare a questo.”
Come
al solito c’è chi commenta senza aver capito nulla di quello che è stato
scritto da me e da chi mi legge. Di solito non pubblico commenti
come questo (non mi piace il tono,
presuntuoso, né mi piacciono i concetti espressi), ma in questo caso mi serve per fare qualche riflessione.
L’anonimo lettore scrive:
“Come al solito si fa di tutta l'erba un fascio: se il professore è bravo i ragazzi ti ascoltano e viceversa". A una
persona (io) che da cinque anni scrive un blog su questo argomento, che ha
scritto tutto un libro per spiegare questo concetto, si scrive “Come al solito
si fa di tutta l'erba un fascio”? Ma che cosa significa? Non è vero che "se
il professore è bravo i ragazzi ti ascoltano e viceversa"? Essere bravi o non esserlo è indifferente?
“Come se i ragazzi fossero tutti uguali e fatti
con lo stampino”: che logica c’è fra la frase iniziale e l’essere tutti uguali
e fatti con lo stampino? E, soprattutto, chi ha mai detto che i ragazzi sono
tutti uguali?
L’anonimo insegnante chiede a tutti:
“E' vero, ma un docente, con lo stipendio poco
maggiore di un portiere di condominio (con tutto il rispetto per i portieri di
condominio) mi spiegate che deve fare con gli alunni difficili?”
Questo, sempre nel blog di una persona che da ben cinque anni, scrive
(anche nel sopra citato libro) per dare consigli agli insegnanti e ai genitori e per "spiegare come si deve fare con gli aluni difficili".
“Un ragazzo che sputa in faccia al padre (una
volta mi è capitato) sta a sentire me, che tra l'altro ho altri 99 alunni da
seguire?”: sì, se sei bravo probabilmente ti ascolta, o – almeno- tu lo capisci e
cerchi di aiutarlo.
E la sparata finale (tra l’altro in maiuscolo: un
po’ di netiquette non ti farebbe male, anonimo lettore):
“GLI ALUNNI NON SONO TUTTI UGUALI E SE IN MINIMA
PARTE NON SONO IN GRADO DI CONTINUARE GLI STUDI VANNO BLOCCATI PER IL BENE LORO
E QUESTO NON E' UN FALLIMENTO DEL DOCENTE PERCHE' COME DICEVA QUINTILIANO IL
DOCENTE DEVE IMPEGNARSI PER L'INSEGNAMENTO MA L'ALLIEVO DEVE PREDISPORSI
ALL'APPRENDIMENTO e non basteranno milioni di corsi di formazione INUTILI (ma
fonti di lucro) a ovviare a questo.”
Allora, io mi domando: che cosa sarà successo a
questo insegnante da averlo reso così arrabbiato? Voleva bocciare qualcuno e
non glielo hanno permesso? Gli sono state mosse delle accuse? Lo hanno
obbligato a seguire dei corsi di formazione a pagamento?
Rispondo in breve: 1. nessuno dice che tutti devono
essere promossi, soprattutto alle superiori; 2. per capire che lo scopo della
Scuola non è quello di tenere delle conferenze, ma quello di aiutare i ragazzi
ad affrontare gli studi e la vita, bisogna studiare, leggere più attentamente
quello che si legge e frequentare anche i corsi di formazione, se ci sono.
Ma, ecco la frase che mi ha spinto a scrivere questo post:
“E
dopo 15 anni di insegnamento io, nonostante i miei difetti, mi sento con la
coscienza a posto visto anche che sono tanti gli alunni riconoscenti nei miei
confronti, specie dopo il diploma”
Caro
anonimo insegnante, vorrei darti qualche consiglio, visto che hai chiesto: " mi spiegate che deve fare un insegnante con gli alunni difficili?"
Se
davvero vuoi essere un bravo insegnante non devi mai sentirti con la coscienza
a posto. Né dopo quindici anni (come te), né dopo più di trenta (come me). C’è
sempre qualcosa che avresti potuto fare (con maggiore attenzione, con maggiore
buona volontà, con maggiore empatia, con una preparazione migliore). Anche con
tutte le difficoltà che incontriamo nella Scuola. Alla fine dell’anno, se sei
un buon insegnante, ti devi chiedere “Ma ho fatto tutto quello che potevo?
Avrei potuto stare più dietro a Tizio? Ho cercato davvero di capire e aiutare
Caio? Ho trascurato Sempronio”
E
non “Ho fatto anche troppo! Che cosa potevo fare con 99 alunni? E visto che mi
danno poco più di un portiere di condominio! (chissà poi perché prendere come
esempio un portiere di condominio, ormai quasi estinto nei palazzi abitati da
insegnanti). Ho la coscienza a posto perché ci sono tanti alunni che mi sono
riconoscenti! Se sono stati bocciati è colpa loro, che sono persone capaci
anche di sputare in faccia ai loro padri, che sono maleducati e svogliati.”
E' come se un medico dicesse: "Ho fatto anche troppo! Se i pazienti sono morti è perché erano troppo malati o non seguivano bene le mie prescrizioni. Ho tanti pazienti e pochi mezzi! E vengo pagato anche poco. Che cosa potevo fare io? Combattere contro il primario? contro il dirttore sanitario?Contro i parenti dei pazienti? Io ho la coscienza a posto perché tanti altri pazienti mi sono riconoscenti."
Con i ragazzi difficili devi avere molta pazienza, il che non significa che non devi bocciarli mai. Devi accettare le loro difficoltà, e non pensare che siano rifiuti della società, della vita e della sorte. Devi lavorare con quello che hai e, se occorre, combattere perché la società li aiuti.
Caro
lettore anonimo, non venire qui a dirmi che dovremmo avere tutti la coscienza a
posto. Vai a sostenere queste cose nei blog degli insegnanti che scrivono che
chi non ce la fa, chi ha dei problemi di famiglia, deve semplicemente essere
bocciato, deve andare a fare l’idraulico, perché altrimenti ritarda i bravi
studenti.
Questo
è un posto dove si cerca di capire come fare ad essere bravi insegnanti, nonostante le condizioni in cui lavoriamo, con classi difficili. Questo è quello che ho
cercato e cerco di fare io ogni anno della mia lunga carriera. E sono qui a
condividere quello che ho capito.
Infine: come fai a scrivere “non basteranno
milioni di corsi di formazione INUTILI (ma fonti di lucro) a ovviare a questo”
(cioè a quello che non riesci a fare)? Prova a leggere il mio libro. Costa
molto meno di un corso di formazione e forse ci trovi un paio di frasi che
possono insegnarti quelle due cose che ancora non sai.