Emanuela
mi scrive:
“Buongiorno
professoressa, mi chiamo Emanuela e sono alla mia prima supplenza in una scuola
media.
Ho
provato a mettere in atto alcune accortezze e attenzioni che ho finora incontrato
nel libro (sguardi, silenzio, colpire subito certi comportamenti): sarà
l'inesperienza, ma la prima giornata e la seconda giornata di supplenza sono
state micidiali e mi sono abbattuta parecchio.
Quello
che mi chiedo è: queste strategie funzionano sempre (il silenzio che seguo in
attesa che smettano il chiacchiericcio, gli sguardi seri e mirati) o dopo un
po' "mangiano la foglia"? Anche se, in realtà, c'è poco da mangiare
la foglia, perché non è che li sto ingannando. Mi chiedo se dopo un po' queste
specifiche strategie perdano la loro forza e cosa si può fare, in alternativa.
Quali strategie suggerisce in casi limite che richiedono un intervento più
serio?
Nel
caso in cui vadano male le prime lezioni, il primo incontro con loro (e male
male, ossia indisciplina forte della classe nonostante i richiami e il
tentativo di mettere in atto alcune strategie suggeriti da amici insegnanti) è
perduta la speranza con quelle classi (se non anche con le altre, se vige il
passaparola)?Spero che la relazione educativa si possa costruire strada
facendo, e che gli errori iniziali non siano fatali, anche se temo che sia
difficile correggere il tiro. A volte il detto "non c'è seconda occasione
per dare una prima impressione" pende su di me come una spada di Damocle. I
ragazzi delle medie sono ostici, e spesso alcuni amici e colleghi mi raccontano
situazioni allarmanti in cui io non saprei come reagire (e, invece, serve una
reazione repentina).Sconsiglia le note (ed è vero, perché si rischia a fare a
gara a chi ne prende di più, "tanto"...), ma è anche vero che certi
comportamenti richiedono un intervento deciso e il sapere cosa fare a carattere
disciplinare (far male ai compagni, offese e parolacce pesanti, rivolte
all'insegnante o ad altri compagni). La ringrazio per
il suo tempo. Un caro saluto
Emanuela”
Cara
Emanuela, la prima impressione, come ho già detto, è molto importante e a volte
non si riesce a riacquistare la stima che abbiamo perso subito. Ma altre volte
si può.
Tu
mi chiedi: “le strategie funzionano sempre... oppure no?”. E altri si chiedono, e mi
chiedono: ho applicato alla lettera tutto quello che dici, come la famosa entrata
in classe, il mantenere la calma, ecc.. Perché ha funzionato tutto bene per tre
volte e alla quarta tutto è tornato come prima?
Cara Emanuela e cari lettori, tutto quello che suggerisco
funziona, ma non è una bacchetta magica con la quale toccare la classe per
avere attenzione, rispetto e motivazione per tutto l’anno. L’ho già detto, ma
lo ripeto perché vedo che ce n’è bisogno: credete che a me basti entrare in
classe in un certo modo, dire due paroline ben dette per avere ventotto paia d’occhi
puntati? Rispondo: no! Certo, non mi trovo spesso a combattere, perché l’esperienza
mi aiuta molto, ma con gli alunni difficili ogni tre giorni devo impegnarmi per
rinfrescare la memoria sui concetti di rispetto.
Mi
chiedi se "mangiano la foglia". No, non mangiano la foglia, ma
ritentano, per vedere se riescono a vincerti. Ed è qui che nasce il problema.
Loro ritentano e tu devi ricominciare da capo (sguardi, silenzio, colpire subito certi
comportamenti). E ci aggiungo: parlare, spiegare perché è ingiusto quello che
fanno, farli sentire in difficoltà se ti mancano di rispetto. Non bisogna
demoralizzarsi. Bisogna “combattere” per aiutarli. Perché è giusto così. Con il
tempo e la fatica ci riuscirai.
Questa
è la società del tutto e subito, ma non si può applicare alla Scuola. A scuola
ci vuole calma, perseveranza, e resilienza. Anche perché dovete essere un
esempio.
Per
quanto riguarda le note, quando ci vogliono ci vogliono: far male ai compagni,
offese e parolacce pesanti, rivolte all'insegnante o ad altri compagni. Ma devi
imparare a riconoscere il momento che precede il comportamento scorretto e
fermarti, cercando di evitare le frasi ingiuriose. Ma se escono, la nota devi
farla. Sono le note inutili (chiacchiera, ride, ecc.) quelle che devi
assolutamente evitare.
Riprova,
Emanuela!
Quarta parte
Terza parte