La professoressa Isabella Milani è online

La professoressa Isabella Milani è online
"ISABELLA MILANI" è uno pseudonimo, scelto per tutelare la privacy dei miei alunni, dei loro genitori e dei miei colleghi. In questo modo ciò che descrivo nel blog e nel libro non può essere ricondotto a nessuno.

visite al blog di Isabella Milani dal 1 giugno 2010. Grazie a chi si ferma a leggere!

SCRIVIMI

all'indirizzo

professoressamilani@alice.it

ed esponi il tuo problema. Scrivi tranquillamente, e metti sempre un nome perché il tuo nome vero non comparirà assolutamente. Comparirà un nome fittizio e, se occorre, modificherò tutti i dati che possono renderti riconoscibile. Per questo motivo, mandandomi una lettera, accetti che io la pubblichi. Se i particolari cambiano, la sostanza no e quello che ti sembra che si verifichi solo a te capita a molti e perciò mi sembra giusto condividere sul blog la risposta. IMPORTANTE: se scrivi un commento sul BLOG, NON FIRMARE CON IL TUO NOME E COGNOME VERI se non vuoi essere riconosciuto, perché io non posso modificare i commenti.

Non mi scrivere sulla chat di Facebook, perché non posso rispondere da lì.

Ricevo molte mail e perciò capirai che purtroppo non posso più assicurare a tutti una risposta. Comunque, cerco di rispondere a tutti, e se vedi che non lo faccio, dopo un po' scrivimi di nuovo, perché può capitare che mi sfugga qualche messaggio.

Proprio perché ricevo molte lettere, ti prego, prima di chiedermi un parere, di leggere i post arretrati (ce ne sono moltissimi sulla scuola), usando la stringa di ricerca; capisco che è più lungo, ma devi capire anche che se ho già spiegato più volte un concetto mi sembra inutile farlo di nuovo, per fare risparmiare tempo a te :-)).

INFORMAZIONI PERSONALI

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La professoressa Milani, toscana, è un’insegnante, una scrittrice e una blogger. Ha un’esperienza di insegnamento alle medie inferiori e superiori più che trentennale. Oggi si dedica a studiare, a scrivere e a dare consigli a insegnanti e genitori. "Isabella Milani" è uno pseudonimo, scelto per tutelare la privacy degli alunni, dei loro genitori e dei colleghi. È l'autrice di "L'ARTE DI INSEGNARE. Consigli pratici per gli insegnanti di oggi", e di "Maleducati o educati male. Consigli pratici di un'insegnante per una nuova intesa fra scuola e famiglia", entrambi per Vallardi.

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domenica 13 luglio 2014

E' arrivato il momento di riposare! 469° post

Cari lettori, come ogni anno, d'estate cerco di stare lontana dal computer e da internet. Un po' di distacco dai problemi della Scuola fa bene a tutti! Abbiamo tutti bisogno di riposo, per ricaricare le forze per il prossimo anno scolastico! Quindi, da oggi, vado e vengo: faccio un viaggetto, vado un po' al mare, sto sotto l'ombrellone a leggere o ad ascoltare un audiolibro, approfitto per imparare qualcosa di nuovo, e dormo, finalmente!!!
Continuate a scrivermi, se volete, perché la posta la leggo tutti giorni!
Scriverò di nuovo nel blog fra un po', a meno che non accada qualche fatto davvero importante che mi spinga a scrivere:-)
Però, voi giovani insegnanti, se volete prepararvi al rientro, leggete i post che non avete ancora letto (ce ne sono 468!) e, se lo avete, rileggete il mio libro, seguendo i consigli che ho già dato

Alla prossima! Buone vacanze!

sabato 12 luglio 2014

"Bocciature ingiuste". Terza Parte. 468° post

A proposito di bocciature e promozioni vorrei condividere con voi questa lettera, che mi è stata mandata da Evelyn.

"Gent.ma Professoressa Milani,
mi presento, sono una professoressa di Educazione artistica alle scuole medie e di Storia dell'arte al Liceo artistico. Ho letto con vivissimo interesse "L'Arte di insegnare". La ringrazio davvero tanto per i consigli e le esperienze che ha voluto condividere con quelle pagine, di fatto il suo libro è diventato per me una vera e propria guida, e non le nascondo che ho fatto significativi progressi come docente, proprio facendo riferimento ai suoi scritti.
Premesso che quello appena concluso è stato l'anno scolastico più bello della mia brevissima carriera ( insegno da appena cinque anni, non uno di più), in questi ultimi due giorni ho subìto un vero e proprio "trauma da scrutinio": mi aiuti a capire lei, dove sbaglio, e se sbaglio, perché stasera le scrivo con il cuore letteralmente a pezzi.
Ieri, nella scuola media, ho dovuto assistere ad una lievitazione dei voti a dir poco indecente. Le pare possibile che una docente di italiano decida di mettere 10 ad un ragazzo che, lo ha ammesso lei stessa, quando scrive commette errori di grammatica ed ortografia? ieri ho visto il tentativo, disperato in alcuni casi, di ammettere tutti i ragazzi minimo con nove, massimo con dieci. Ma com'è possibile? la classe di cui le sto parlando è stata una classe molto produttiva, questo sì, "una gran bella classe", come dice lei stessa nel suo libro.....ma tutti nove e dieci.....no. Ho esposto la mia opinione: ho proposto una condotta più "prudente" nei voti di ammissione, al fine di"premiare" ad esame concluso, soprattutto per evitare aspettative che poi, causa emozione o strani scherzi della mente, potrebbero essere deluse....Ho parlato  a favore dei ragazzi per tutelarli, non per penalizzarli....
Oggi al Liceo Artistico: ho dovuto assistere al tentativo (disperatissimo questa volta!) di non bocciare un ragazzo con sette insufficienze gravissime (2 a storia dell'arte!).  La famiglia ha problemi, il ragazzo ha problemi, la professoressa di religione che ne parlava quasi in lacrime....Professoressa: ho visto dei quattro diventare sei.....Ho preso la parola dicendo che in questo modo si creava danno doppio alla classe perché, innanzitutto, si mortificava il sacrificio di quanti, pur con delle insufficienze, erano riusciti a recuperare le materie "deboli", ma soprattutto si legittimava, per gli anni avvenire, l'apatia e l'assenteismo più totali: il risultato? Sono stata letteralmente aggredita dalla preside che mi ha intimato, davanti a tutto il consiglio di classe di stare al mio posto e di non permettermi di "presiedere" il consiglio ( cosa che non mi era passata per la mente neanche per un attimo, ovvio). Mortificata ( e umiliata), mi ha ridotto al silenzio. Ora mi chiedo: ma sono io tanto inflessibile, o la scuola, con i suoi insegnanti, sta perdendo letteralmente la faccia? Professoressa, io ho un curriculum umanistico di tutto rispetto: sono plurilaureata, ho studiato e lavorato sodo, sono stata abituata a sudarmi ogni minimo successo, e ora devo vedere il mercato dei nove, dei dieci e delle finte insufficienze che spariscono quasi per grazia divina....Dove sbaglio? Sbaglio? Chiedo aiuto a lei che di esperienza ne ha da vendere, perché io stasera, con lo spirito che mi ritrovo, davvero mi sento una fallita e vorrei solo cambiare mestiere.
Le chiedo scusa per essermi dilungata in maniera eccessiva, e confido con tutto il cuore in una sua risposta.
Cordialmente, Evelyn"

Questa lettera è rappresentativa di quello che sostengo: i voti sono decisamente soggettivi; non misurano tutti gli aspetti necessari a valutare la preparazione di un ragazzo; possono cambiare totalmente da un insegnante all'altro, anche se ogni insegnante li dà con il massimo dell’impegno; qualche volta possono essere dati sull'onda dell’emozione; possono essere influenzati da fattori del tutto estranei alla preparazione dell’alunno, come la stanchezza, la rabbia dovuta alla frustrazione del constatare che nessuno ha studiato, la delusione provata perché la prova non è all'altezza delle aspettative, ecc. 
Noi (insegnanti e genitori) valutiamo la preparazione dei nostri alunni in base a un voto. Ma il voto è obiettivo? I genitori di solito considerano il voto come se fosse giustissimo, se è alto, e ingiusto se è basso. Ma è meglio il 6 di un insegnante "di manica stretta" o l'8 di un insegnante "di manica larga"?
La docimologia studia i sistemi di valutazione delle prove di verifica, e cerca di trovare metodi di valutazione oggettivi. Ma è veramente molto difficile riuscirci, perché la preparazione non è un insieme di nozioni.
I test a risposta aperta o a risposta chiusa sono davvero obiettivi? La preparazione di un alunno si misura solo testando la conoscenza di certi contenuti e di certe abilità? E siamo sicuri che le conoscenze e le abilità testate siano proprio le più significative e importanti, anche in vista dell'inserimento nel mondo del lavoro? I test tengono conto di tutte le variabili?  Le prove dovrebbero servire a valutare ciò che il ragazzo ha appreso di quello che gli è stato insegnato, o quello che sa, indipendentemente dalla preparazione che ha ricevuto a scuola? E se l’insegnante ha scelto un programma ridotto perché ha preferito fare meno argomenti in modo più approfondito i suoi alunni sono meno preparati? Se un altro insegnante ha passato il tempo a preparare gli alunni per i test i suoi alunni sono più preparati?  La valutazione dovrebbe tenere conto o no del modo di lavorare dell’alunno, della sua disponibilità ad aiutare gli altri, del suo entusiasmo, della sua voglia di scoprire, della sua capacità di sopportare ritmi di studio sostenuto, di collaborare con l’insegnante o con i compagni, della sua predisposizione a lavorare in gruppo? Sono tutti elementi che possono renderlo competitivo nel mondo del lavoro. Ma vengono valutati dai test? E vengono valutati da tutti gli insegnanti?
La valutazione degli altri Stati è migliore della nostra? Quando si dice che gli alunni di altri Stati sono più preparati si tiene conto di tutto? Negli altri Paesi tengono conto di tutto?
Se, per assurdo, gli insegnanti italiani passassero il tempo a preparare gli alunni per i test Invalsi (o per altri test che inventeranno sicuramente e che ci  obbligheranno a somministrare), e se alzassero tutti i voti dei compiti in classe e delle interrogazioni escludendo le insufficienze e dando tutti 8, 9 e 10, l'Italia schizzerebbe in alto nelle classifiche europee delle Scuole e degli alunni migliori?
Non voglio scrivere risposte. Ognuno risponda per conto suo. Per me le domande sono molto più importanti delle risposte. 

Rispondo però a Evelyn.
No, non sbagli tu. Ma, in un certo senso, non sbagliano neppure i tuoi colleghi. Chi è nella scuola da più tempo si trova a fare quello che hai visto - cioè alzare i voti per riuscire a promuovere anche ragazzi che non sono riusciti ad avere la sufficienza- perché altrimenti dovrebbero bocciare metà classe. Un tempo (quando non c’era la Scuola dell’obbligo) si bocciavano tutti quelli che non non erano preparati senza farsi degli scrupoli, perché l’analfabetismo non era considerato ancora un problema, e perché non si mirava ad elevare il livello di istruzione. Chi era ignorante (di solito perché era povero) moriva ignorante (e povero). La mentalità di un tempo era sbagliata. E anche quello che accade oggi è sbagliato, ma solo perché lo Stato vuole elevare il livello culturale della popolazione, ma non vuole investire i soldi necessari per ottenerlo. Il risultato è quello che hai visto. Noi insegnanti finiamo per fare quello che possiamo.
Naturalmente, Evelyn, ho semplificato molto il concetto. Ho scritto altre volte, nel blog e nel libro.

Non ti demoralizzare!

venerdì 4 luglio 2014

"Bocciature ingiuste". Seconda Parte.467° post

Il momento dell'anno per me più difficile è il momento degli scrutini finali, quando c'è qualche alunno da bocciare. Come ho già avuto modo di spiegare, quando si boccia, comunque la si guardi, si fa un'ingiustizia. E spesso la facciamo anche quando promuoviamo. Sembra un discorso assurdo? 
Se qualcuno mi darà della "buonista" perché sostengo che la bocciatura è sbagliata, gli risponderò male.
A volte voto per bocciare. Ma lo faccio perché in questa Scuola non si può fare altro, a volte.
La Scuola italiana procede in questo modo: io spiego, ti interrogo e ti assegno delle prove periodiche o ti sottopongo a degli esami finali e se non sei preparato ti boccio e ripeti l'anno. Lo ripeti completamente, anche se la tua preparazione insufficiente riguarda solo alcune materie. 
E non importa dove si trova la scuola, se si trova in un quartiere degradato, se il ragazzo ha tutti i motivi per essere maleducato, arrabbiato con tutto il mondo, educato a forza di botte, o se vive in mezzo alla strada, in un ambiente dove tutto gli insegna che la Scuola e lo studio non servono a nulla. Non importa se il ragazzo ha problemi di apprendimento. E quando gli insegnanti percepiscono l'ingiustizia della bocciatura e l'assurdità di questo sistema fanno i salti mortali per promuoverli e vengono chiamati "buonisti". Ma si sentono in colpa perché il ragazzo non sa nulla. Oppure non possono fare altro che bocciarli. E si sentono in colpa (o dovrebbero sentirsi in colpa) perché in realtà sanno che quel ragazzo non studia, non si interessa della Scuola perché non è nato nella casa giusta, con i genitori giusti, nell'ambiente giusto. La Scuola è ancora "un ospedale che cura i sani e respinge i malati", come diceva don Milani. Non ci illudiamo che le cose siano cambiate. Molti di noi bocciano senza rimorsi perché si auto convincono che i ragazzi che non studiano sono "sani", e che sono “cretini e svogliati”, come diceva, sempre Don Milani, e se non studiano è, semplicemente, perché non vogliono. Ma chi è così stupido da farsi del male da solo? Chi ha la fortuna di nascere nella casa giusta, con i genitori giusti, nell'ambiente giusto spesso ce la fa perché viene imbottito di scuole private, e di spiegazioni da parte di genitori che hanno studiato e che sanno quanto è importante la scuola. 
La Scuola dovrebbe essere un luogo dove si insegna e si educa, dove gli insegnanti – preparati e formati continuamente – si occupano di individuare i ragazzi che per i più svariati motivi non riescono a studiare, e quelli che hanno le potenzialità per affrontare studi universitari. E gli insegnanti dovrebbero avere a disposizione tutte le risorse necessarie per mettere in condizione di migliorare e di arrivare a dei risultati che gli permettano di proseguire gli studi e poi di andare a lavorare preparati gli alunni che faticano a impegnarsi e a capire ; e per aiutare a potenziare la sua preparazione  chi è già sulla buona strada.
Invece non è affatto così. Quando un ragazzo ha difficoltà non abbiamo mezzi veri per aiutarlo. Al massimo gli offriamo qualche palliativo, perché lo Stato non offre altro. Per il resto, ci dobbiamo limitare a dirgli di studiare, a bocciarlo o a promuoverlo con una grossa spinta.
I genitori non conoscono i retroscena, e pensano che la bocciatura sia qualcosa di molto semplice per gli insegnanti. Pensano che, semplicemente, un "non averlo voluto aiutare", o una punizione. È una punizione? Non dovrebbe esserlo, ma in realtà e in sostanza lo è. 
Se avete letto le lettere vi sarete accorti che emerge chiaramente il fatto che la comunicazione Scuola – Famiglia non passa, o passa in modo insufficiente, evidentemente. I genitori  e i ragazzi il più delle volte non si aspettano la bocciatura. Perché glielo diciamo all'ultimo momento, perché durante i colloqui cerchiamo di dare delle speranze, di rassicurarli del fatto che “se si impegna lo aiuteremo”. Qualcuno (ed è sbagliatissimo), si spinge oltre e, quando la mamma preoccupata e piangente dice “professore, ho paura che mio figlio venga bocciato”, risponde “Ma no, non si preoccupi, vedrà che andrà tutto bene”, senza rendersi conto minimamente che la mamma si convince che tutto il consiglio di classe la pensa così, anche se non è vero.
Allora dico agli insegnanti e a me stessa: stiamo attenti a come parliamo; non diamo per scontato che tutti siano addentro alle cose della Scuola; spieghiamo di più qual è la situazione del ragazzo; non limitiamoci a dare per scontato che se vedono i brutti voti capiscono che potrà essere bocciato; spieghiamo bene che la valutazione tiene conto di molti fattori, soprattutto nella Scuola dell'obbligo; siamo prudenti; non promettiamo nulla che non possiamo mantenere, soprattutto se non dipende da noi; non usiamo la bocciatura come minaccia.
Ma ai genitori dico: la valutazione è un sistema complesso. Non vi improvvisate insegnanti, facendo somme e divisioni con i voti. Le medie le facciamo noi, tenendo conto di altri voti, che possiamo assegnare ad altre voci, come l’attenzione, la disponibilità, la partecipazione, la collaborazione, ecc. Se non fosse così non ci sarebbero gli scrutini, non ci sarebbero discussioni e scambio di idee durante gli scrutini, e per decidere la promozione o la bocciatura basterebbe immettere i dati in una macchina.
Ai genitori dico: rendetevi conto di quanto è difficile insegnare. Smettetela di pensare che gli insegnanti ce l’hanno con vostra figlia, che non la capiscono, che potrebbero aiutarla di più ma non vogliono farlo. Lasciate fare agli insegnanti, perché insegnare e valutare è il loro lavoro, non il vostro. Non credete a tutto quello che dicono i vostri figli: spesso è esagerato o travisato. Non pensate sempre a come difendere vostro figlio, e a come farla pagare agli insegnanti o alla scuola.
E soprattutto dico: genitori e ragazzi, non fate paragoni fra i voti vostri e quelli dei vostri compagni;  non pensate che quello che non capite è la prova che gli insegnanti sono degli incapaci o delle persone disoneste che fanno delle preferenze.

martedì 1 luglio 2014

"Bocciature ingiuste". Prima Parte. 466° post

Ho ricevuto una grande quantità di lettere di ragazzi bocciati e di genitori di ragazzi bocciati. Visto che non ce la faccio a rispondere a tutti singolarmente, lo faccio a tutti contemporaneamente, sul blog. Ho fatto una scelta delle lettere, rappresentative un po' di tutte le altre. Ecco come viene vissuta una bocciatura, non solo dagli alunni, ma anche dai genitori.

“Salve professoressa Isabella,mi chiamo Amir e ho 18 anni, sono venuto in Italia nel 2008, nel mio paese avevo finito la 5 elementare ed ero stato promosso, quando sono venuto in Italia invece di iniziare la prima media i miei avevo preferito che io rifacessi la quinta elementare cosi riesco ad acquisire un po' di italiano..
Quindi questo episodio ha fatto si che io perdessi un anno.. ma in realtà mi è servito e da li non sono stato piu bocciato fino a quest' anno dove ingiustamente ho perduto un anno.. E vorrei raccontare a lei la storia ovvero come sono successe le cose per sentire le sue parole e i suoi consigli..Quest'anno cioè la terza superiore nella ragioneria..ho iniziato bene l'anno dandomi da fare e alla fine del prima trimestre, ho avuto 2 materie sotto ( italiano e storia ) con una professoressa a cui non le sto molto simpatico.. durante il secondo periodo ovvero la prof mi fa svolgere due verifiche di recupero una per italiano e una per storia.. e ho avuto dei buoni risultati 7+ di storia e 6 di italiano.. sempre nel secondo periodo ho iniziato bene ma verso la fine tutto andava male.. e quindi mi sono ritrovato 3 materie a rischio.. ho lottato per togliermele e non ce la facevo.. quelle 3 materie erano: Italiano, economia e matematica.. Un giorno quella prof a cui le stavo antipatico disse " io faccio la media del primo trimestre e il secondo" e io nel secondo periodo di storia ho avuto 5 di storia e facendo la media con il primo 5+7 diviso 2 fa 6.. e un giorno davanti a tutti i miei compagni le avevo parlato e le ho chiesto prof ma se la mia media del primo e il secondo io ho 6 , e lei mi rispose cosi " eh ma io ti metto 5 "
con tutti ha fatto la media e tutto tranne che con me...
E' per questo ho perso un'altro anno.. ho perso un'altro anno cosi ingiusto in questo modo.. doloroso e inspiegabile..
Mi ha ferito troppo prof.. troppo mi hanno lasciato un fosso qui dentro.. non me la aspettavo ma sono stati ingiusti..
quando hanno chiamato a casa per comunicare ai miei genitori che non sono stato ammesso, hanno detto lo abbiamo fermato per farlo maturare, ma non in questo modo. Ma la scuola è in questo modo che fa maturare i ragazzi.. in questo modo ingiusto.. poi a me..
(vedo altri miei compagni che sono stati rimandati nonostante le loro assenze ecc.. e io che ho fatto 12 assenze durante l'anno ecc.. fanno cosi con me.. )E' ingiusto .. tutto questo è ingiusto..
Grazie mille professoressa. In attesa di una vostra risposta, Cordiali saluti. Amir.”

“Salve, sono la mamma di una bambina di nome Federica, Premesso che condivido le sue opinioni, ma di fronte a delle situazioni alcune cose vanno valutate le spiego: mia figlia è stata in un certo qual modo sempre perseguitata dalla sfortuna, perché l'insegnante di italiano all'elementari aveva come alunna anche la nipote, un bel tipetto, essendo che mia figlia è ancora immatura a certe cose è minuta non riesce ad avere quel carattere forte, questa le faceva i dispetti - portando la pasta a scuola la metteva nello zaino dei compagni, oppure scarabocchiava i quaderni dei compagni, oppure faceva sparire oggettistica ai compagni e, in tutto questo la maestra colpevolizzava sempre Federica senza averne le prove. Le mie risposte con la bambina oltre a dirle vabbè non pensare passaci sopra, non piangere se ti offendono, pensavo di far bene; invece oggi facendomi aiutare da un psicologo perché Federica a manifestato carenze in tutto, mi sento dire di aver sbagliato che dovevo immediatamente far cambiare istituto alla bambina.
Quando è stata ammessa alle scuole medie purtroppo di tre sezioni è capitata l'unica da sola a differenza di altri che sono stati accoppiati a 5 della stessa classe precedente: vabbè.
Cosa è successo, essendo molto chiusa è timida alcuni ragazzi bulletti, tra l'altro con un casino di rapporti, l'hanno cominciata a prenderla in giro e offendere con parole pesanti strappandole i disegni e, nessun professore fino al mio arrivo, tra l'altro fatto presente da una ragazza di 3 media, era al corrente della situazione o meglio fingevano di non sapere.
Vado in breve che lascio a lei immaginare tutto il resto.
La conclusione, nonostante ho detto aiutatela per quest'anno perché la mandavo a recupero ed in più stiamo seguendo un percorso dallo psicologo, e alcuni mi dicevano tranquilla, me la trovo "bocciata" e gli altri 3 ragazzi promossi, posso garantirvi che a scuola non andavano bene. lo dicono tutti è di più sono pieni di rapporti. Oggi su fb mi pubblicano i nomi dei bocciati, tra l'altro lei su fb non ce, con un commento: k culo k ho, di uno dei bambini che vi stavo parlando.
QUESTA E' PURA INGIUSTIZIA cosa mi risponde? cordiali saluti Antonella

Buongiorno sono capitata sul suo blog e mi rivolgo a lei per un parere tecnico.
Premetto che sono rappresentante di classe e di Istituto, e ho buoni rapporti con gli insegnanti, che sono sempre stati disponibili. Questo per farle capire che conosco la realtà scolastica e sono sempre stata al fianco degli insegnanti e della dirigente.
Mio figlio ha frequentato la quarta liceo scientifico con esito non ammissione alla classe successiva. Era già stato bocciato in seconda, agli esami di settembre per sito negativo di due materie su tre. In quel momento la bocciatura aveva una valenza educativa e didattica (in realtà nel tempo e visti i risultati non abbastanza!)
Oggi io non intendo difenderlo e riconosco le sue mancanze. Ho combattuto con lui tutto l'inverno per spingerlo ad impegnarsi di più: è in crisi e il suo modo di ribellarsi è questo autolesionismo scolastico.
Ora è stato bocciato per una insufficienza grave di mate (3) e 3 insufficienze con il cinque di cui inglese e disegno erano in realtà 5,5.
A detta degli insegnanti, hanno ritenuto di non doverlo più aiutare come in passato, credo che lui abbia tirato troppo la corda (per esempio non consegnando le tavole quando doveva). A mio avviso però questa bocciatura potrebbe interrompere un processo di recupero di autostima e impegno avviato nell'ultimo periodo. Temo che questa nuova bocciatura metta a rischio la sua stabilità emotiva, già provata da altre situazioni che potrò approfondire se necessario.
Inoltre essendo l'unico bocciato della classe si sente trattato in modo non equo, sia rispetto al trattamento che lui stesso ha ricevuto nel passato (perchè finora si e ora no, per un diciottenne può essere difficile capire che "proprio perchè l'ho fatto finora ora non sono più disposto") sia guardando a situazioni dei compagni, pur riconoscendo le sue colpe durante l'anno scolastico e aver capito di avere sbagliato.
Le chiedo un parere tecnico sulla possibilità che possa fare la maturità con i compagni l'anno prossimo: quali sono tecnicamente le possibilità? Nel suo ruolo di insegnante posso condividere la sua prevedibile disapprovazione per l'accorciamento di un percorso che nelle intenzioni degli insegnanti dovrebbe aiutarlo a conseguire gli obiettivi formativi mancati, a organizzare lo studio e a preparare un proficuo inserimento nella classe successiva. Sono tutti obiettivi sacrosanti e diventerebbero parte del percorso di recupero accelerato, se così posso dire.
Sono preoccupata per un crollo emotivo che potrebbe spingerlo all'abbandono scolastico. Grazie per la sua attenzione
Paola.”

“Salve,mi chiamo Pietro. le premetto che non ci aspettavamo la bocciatura di nostro figlio perchè sapevamo (ma non per comunicazione della scuola) delle 3 gravi insufficenze, quindi ci aspettavamo i tre debiti, invece dopo lo scrutinio la scuola ci ha comunicato la bocciatura perchè si è aggiunta una quarta materia. 
Ascoltato il ragazzo lui ci diceva che alla prof di inglese gli aveva chiesto di essere interrogato perchè la somma dei voti (5+6+6.5) non dava la sufficenza piena e visto le tre che aveva si preoccupava. La prof lo tranquillizzava dicendogli di avere sei e di stare tranquillo. La mia domanda è questa la scuola non aveva l'obbligo di comunicarci che rischiava la bocciatura perchè aveva le tre insufficienze gravi e quasi 6? Spero in una sua risposta giusto per capire ed eventuale norma. Grazie. Pietro”

“Buongiorno Professoressa Milani, mio figlio quindicenne che frequenta il secondo anno di un istituto tecnico per geometri è stato bocciato.
Dopo una partenza disastrosa dove si è lasciato andare completamente ai giochi e non allo studio, ha cercato di rimediare nel secondo quadrimestre impegnandosi seriamente. Anche i professori si sono accorti di questo  cambiamento positivo. Intorno a metà maggio le famiglie di alcuni suoi compagni di classe sono state avvisate che il proprio figlio andava incontro ad una bocciatura. Noi non abbiamo avuto alcuna telefonata o messaggio in merito e ben speravamo per la sorte di Flavio.... sapevamo con certezza che tre materie gliele avrebbero date. Il 13 giugno 2014 con un sms sono stata avvisata che mio figlio era stato bocciato.
Vorrei sapere qual è la prassi per un ragazzo bocciato, se comunque dovevo essere avvisata prima (tenendo conto che io sapevo della sua situazione) o meno.

La ringrazio infinitamente. Lidia.”

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