Gentile professoressa Milani,
Mi chiamo Michele e sto facendo l'insegnante di matematica e
scienze alle scuole medie. Mi scuso fin da subito per la lunghezza della
lettera, ma vorrei comunicarle tanti pensieri e, pur provando ad abbreviare il
testo, non sarà facile essere concisi.
Il primo pensiero che vorrei
comunicarle è un sentito ringraziamento. Dire semplicemente grazie sembra poco,
ma nella sua semplicità, è questa l'unica parola che posso mandarle per
esprimere gratitudine. E' stato infatti grazie al suo blog e al suo libro (che
ho prima "divorato" e poi studiato attentamente), che, in maniera
molto pratica, è cambiata la mia vita in classe fin dalla mia seconda
esperienza in una scuola.
La prima esperienza, infatti, mi
ha visto troppo impreparato e la mia totale inesperienza non mi ha permesso di
saper gestire adeguatamente la classe che mi era stata data.
Devo fare un passo indietro per
spiegarle la mia storia, altrimenti queste parole non avrebbero molto senso.
Prima del
2013 non era la scuola il mio mondo: lavoravo infatti come
"ricercatore" finché non sono stato chiamato
per una supplenza di un mese presso una scuola media.
Il primo giorno ero terrorizzato, ma andò bene, tornai a casa
felice...non sapevo che il primo giorno i ragazzi mi stavano studiando e...dopo
poco tempo, ero in balia della classe. Mi ero comportato troppo da amico e lei
sa bene quali sono le conseguenze in questi casi....
Eppure, nonostante l'approccio
sbagliato, quel mese mi aveva dato tante soddisfazioni e sono bastati 30 giorni
per capire che la scuola mi piaceva molto più della ricerca e che mi avrebbe
dato degli stimoli che il mondo accademico proprio non riusciva a darmi !
Ho iniziato allora a leggere,
studiare. Volevo migliorare, volevo essere all'altezza del compito, volevo
essere una vera guida per la classe e non il loro zimbello. Cercando in rete mi
sono imbattuto nel suo blog, il blog che in poco tempo ha dato una svolta alla
mia capacità di gestire una classe. C'erano scritte infatti cose che, nei vari
manuali, proprio non si trovavano ! Prima su tutte l'entrata in classe (cui non
avevo dato alcun peso durante la mia prima esperienza...). E così è arrivato il
secondo incarico nei confronti del quale mi sono ritrovato molto più preparato.
E le cose infatti sono andate
molto meglio. Il secondo incarico partì a metà febbraio e fino al 30 giugno, in
un'altra scuola. Qui mi sono ritrovato a dover gestire altri problemi, ma,
grazie al suo blog tutto è stato molto più semplice.
Dunque le ripeto, perché per me è
importante: grazie.
Quest'anno ho avuto la fortuna di
essere richiamato nella stessa scuola per una supplenza annuale. Ed eccomi qui
allora, più motivato che mai, a voler dare tutto me stesso ai ragazzi !
Come dicevo, ho letteralmente
divorato il suo libro e, dopo i primi giorni di scuola, eccomi a scriverle. Per
ringraziarla, come dicevo, ma anche per commentare con lei alcuni passi del
libro e chiederle qualche ulteriore consiglio sul quale ho ancora le idee
confuse...
Le presento allora la mia classe perché,
a causa della mia poca esperienza, non riesco a capire se si tratti di una
classe "difficile" o "normale", se quello che vedo sono
comportamenti accettabili o meno...diciamo che mi manca un po’ il metro di
giudizio su ciò che è ammissibile e ciò che non lo è.
E' una classe di 23 alunni. Tra
tutti, a rendere difficile la gestione, sono in 4. Uno è un ragazzino che gli
insegnanti definiscono “leader negativo”; gli altri 3 sono ragazzini
"normali", ma con situazioni familiari difficili.
Finora io mi sono comportato
"come da manuale", parlando molto di rispetto e presentando il metodo
di studio, le cose che faremo, come le faremo e soprattutto perché le faremo.
Ho poi iniziato con il ripasso delle cose dello scorso anno. Succede spesso che i primi 10 minuti c'è attenzione, non ci sono
problemi. Poi qualcosa si interrompe, e i 4 ragazzini iniziano a distrarsi,
parlottare, fare battutine. Io mi interrompo, li richiamo, se necessario
riprendo il discorso sul rispetto e tutto il resto. Ci sono 10 minuti che vanno
bene ma poi il copione si ripete. E allora mi blocco di nuovo.
Da qui la mia prima domanda. Faccio bene
a bloccarmi ogni volta? A me viene il dubbio di fare un torto alla
maggioranza che segue e che si sta appassionando alla lezione (perché nella
classe in generale vedo interesse e non noia, perché cerco comunque di fare
lezioni interattive, coinvolgenti etc), anche perché quelli che seguono si
stancano per le continue interruzioni, si spezza il ritmo ed è come se si
spezzasse la magia di tutta la lezione...
A volte sono arrivato a dire cose
del genere: "sapete quali sono le regole. Sapete cosa vuol dire rispetto.
e sapete che non si può mancare di rispetto. Ma se il rispetto continua a
mancare prenderò provvedimenti" e, quando i
soliti 4 hanno ripreso a parlottare, ho chiesto i loro diari, ma non ho scritto
note. Con i loro diari sulla cattedra hanno smesso. Io non ho più messo loro la
nota: avrò fatto bene? Non penseranno così che non gliela metterò mai? Ma non
sarebbe stato sbagliato mettere una nota perché parlottavano? Ho letto sul suo
libro che le note non sono una soluzione, ed anche io sono molto convinto di
questo, ma mi chiedo: non si rischia l'incoerenza a esigere il rispetto senza
però arrivare a prendere provvedimenti disciplinari?
A tre di loro ho messo veramente
una nota venerdì scorso perché durante l'intervallo avevano chiuso in bagno un
compagno e non gli permettevano di uscire. Mi sono arrabbiato molto e ho messo
una nota a tutti e tre. In quel caso mi sembrava impossibile non metterla.
Lunedì (domani) volevo tornare sull'argomento e, se necessario, parlarne per
gran parte della lezione...(e mi torna però il dubbio se non sto facendo un
torto a tutti quelli che seguono che forse potrebbero stancarsi di questo
continuo tornare sul concetto riguardo la disciplina e tutto il resto).
Secondo lei questa è una classe
difficile?
O sono inezie?
Io non credo che questi 4 ragazzi
facciano così perché mi considerano una nullità, né perché mi considerano un
nemico (mi riferisco a pag 65 del suo manuale)...la mia impressione è che
questi 4 ragazzi facciano molta più fatica a concentrarsi e seppure riesco a
tenere la concentrazione di uno di loro, gli altri tre la perdono...in
conclusione non so bene come dovrei comportarmi...
A me sembra assurdo mettere una
nota ad uno che "solamente" disturba anche se richiamato più volte
(ed infatti trovo conferma a pag 225), ma se questa situazione effettivamente
continua a verificarsi cosa sarebbe meglio fare secondo lei?
E se uno si rifiutasse di darmi
il diario? Cosa dovrei fare? Un ragazzino mi ha detto che non mi dava il diario
l'altro giorno al che io gli ho risposto: "E' una tua libera scelta: se mi
dai il diario paghi le conseguenze del tuo comportamento scorretto, se non mi
dai il diario non solo paghi le conseguenze del tuo comportamento scorretto, ma
anche le conseguenze del fatto che ti sei rifiutato di darmi il diario..."
e lui me lo ha dato...però mi sono chiesto dentro di me: e se avesse continuato
a non consegnarmelo cosa avrei dovuto fare in pratica?
Per concludere, io credo che le
cose non siano drammatiche, ma non ottengo ancora quello che vorrei ottenere ed
a volte noto che si ottiene silenzio e concentrazione quando si chiede loro di
scrivere (e quindi fare cose più noiose) che non quando si discute in modo
attivo di un argomento tutti insieme: vedo infatti che le discussioni
collettive non riescono a gestirle...molti non riescono ad alzare la mano e
basta: la alzano e parlano, perché vogliono dire la loro, non riescono ad
aspettare.
Non capisco se la mia è la ricerca
di una perfezione utopica o un qualcosa da ottenere in maniera imprescindibile.
Per quel poco che ho visto gli unici professori che hanno silenzio assoluto
sono quelli che instaurano il regime del terrore, ma quella è una soluzione che
non voglio adottare...
Credo che questo lavoro sia
meraviglioso e come dice lei a conclusione del libro, sarebbe bello poterne
diventare un'artista. Ecco perché le ho scritto. Perché credo che lei sia il
Raffaello della situazione, una persona dalla quale c'è solo da imparare.
Fortunati dunque i suoi studenti !
Un sentito grazie e un cordiale
saluto. Buona giornata."
Caro Michele, prima di tutto ti
ringrazio della tua affettuosa lettera. Però vorrei dirti che non sono “il
Raffaello della situazione”, ma semplicemente un’insegnante che ce la mette tutta :-) Come te.
Quando lo avrai fatto per molti anni, vedrai che otterrai ottimi risultati.
Mi sembra che tu sia già sulla buona strada. Ora manca questo: devi capire che ci vuole tempo e pazienza, anche a me.
Riesci a farli stare attenti per dieci minuti e poi devi intervenire di nuovo? E' normale! Anch'io devo richiamarli. L'unica differenza è che il tempo di attenzione è più lungo, perché applico molte strategie.
A proposito dell'episodio del diario: te la sei cavata benissimo. "E se avesse continuato a non darmelo?", mi chiedi. Tu devi imparare a cogliere i segnali di quello che sta per accadere: il ragazzo si metterà a urlare, si metterà a piangere, ti insulterà, continuerà di rifiutarsi di darmi il diario. Devi far qualcosa prima che accada. Lo devi trovare tu, che cosa fare. Per esempio dire: "Guarda, smetto di chiedertelo perché mi sembra che tu non abbia in questo momento la capacità di valutare bene le conseguenze delle tue azioni e perciò ti voglio aiutare. Ma prenderò nota di quello che hai detto e fatto oggi."
Se non riesci a gestire i dibattiti non li fare, per ora. Se non riesci a gestire i lavori di gruppo, non li fare, per ora. Avrai tempo!
"Faccio bene a bloccarmi ogni volta?": sì, fai bene. E se occorre non devi fare una lezione spezzettata, ma dedicarti completamente alla disciplina.
"Io non ho più messo loro la nota: avrò fatto bene? Non penseranno così che non gliela metterò mai?" Hai fatto bene e no, non lo penseranno. Le note non sono la soluzione, ma qualche volta siamo obbligati a farle.
cerca sempre di migliorarti, come stai già facendo.
Fammi sapere!
P.S. ho usato come titolo l'oggetto che hai messo nella lettera perché mi è piaciuto :-)