Tiziano mi scrive:
“Buongiorno !!! Sono un Dirigente Scolastico che
sta vivendo una situazione molto problematica di un bambino (I primaria) molto
molto violento ed impulsivo. Il bimbo non è certificato handicap, i genitori non
sono consapevoli del problema ... rifiutano di affrontare il problema ("il
problema sono gli Insegnanti che non sanno comprendere nostro figlio dal
carattere problematico") ... e la sua violenza la esplicita dando pugni e
calci agli Insegnanti, tirando a tutta forza i capelli alle Insegnanti,
lanciando sedie e banchi ... Cosa fare ? E' inutile ogni volta dire che i D.S.
non fanno niente ... a volte non hanno possibilità di intervenire
opportunamente: non possono allontanare l'alunno, la richiesta di certificazione
non va a buon fine, il diritto allo studio deve essere rispettato ed una
eventuale riduzione d'orario scolastico non può essere "imposta" ma è
soggetta all'accettazione da parte dei genitori (se i genitori lavorano o non
sono d'accordo ...) Abbiamo tutti "armi spuntate" ... con tutta la
comprensione del caso non saprei cosa fare ... E' più che giusto segnalare al
D. S. il caso ... ma di certo non si può, purtroppo, pretendere che il D.S. risolva il caso ... cercherà di
farlo, certo ... ma la normativa è molto deficitaria ... se non inesistente.
Cordialmente Tiziano”
Caro Tiziano, sappi che di centinaia di lettere che
ho ricevuto, la tua è la prima scritta da un dirigente. Ti stimo, per questo.
Evidentemente vuoi veramente fare qualcosa, altrimenti non saresti approdato al
mio blog.
Quello che dici dei dirigenti è tutto vero:
“non possono allontanare l'alunno, la richiesta
di certificazione non va a buon fine, il diritto allo studio deve essere
rispettato ed una eventuale riduzione d'orario scolastico non può essere
"imposta" ma è soggetta all'accettazione da parte dei genitori (se i
genitori lavorano o non sono d'accordo ...)”.
Come ho già scritto nel precedente post, la
soluzione, molto difficile da trovare in una Scuola che non fornisce le
opportune risorse (e che, anzi, le riduce sempre di più) può essere trovata
solo se tutti gli elementi coinvolti collaborano strettamente. Finché il
genitore pretenderà la soluzione dall’insegnante, l’insegnante dal dirigente,
il dirigente dall’insegnante, non si riuscirà a fare nulla di concreto. Bisogna
che ognuno venga messo di fronte alle sue responsabilità. Prima di tutto il genitore:
se la Scuola (insegnante e dirigente) chiede alla famiglia di far visitare il
bambino che ha comportamenti violenti ad uno specialista che possa individuare
la presenza di eventuali problemi e indichi all’insegnante come gestire il
bambino, la famiglia lo deve fare. Appena
lo specialista avrà certificato un disagio, o un problema, l’insegnante deve attivarsi per aiutare l’alunno,
anche studiando e aggiornandosi. Il Dirigente deve impegnarsi per
reperire tutti gli aiuti possibili per supportare i docenti (tramite Asl e
Comune). Tutti insieme devono parlare per risolvere la
situazione. Un modo deve essere trovato, perché il bambino che ha dei problemi deve essere aiutato. Chiunque cerchi di tirarsi fuori dal problema deve essere obbligato a rientrare nel
problema, perché nella Scuola a nessuno dovrebbe essere permesso di risolvere i
problemi semplicemente nascondendoli o ignorandoli. Esistono delle
responsabilità, civili e penali, per tutti: la culpa in educando (per i
genitori), la culpa in vigilando (per gli insegnanti) e la culpa in
organizzando (per la scuola e il dirigente).
Quello sollevato da te e da altri è un problema
grave. Il bambino o il ragazzo che lancia oggetti, fa lo sgambetto e mette in
atto comportamenti pericolosi, può impedire o rendere quasi impossibile la
lezione, e far guadagnare a genitori e docenti delle denunce. I bambini o i ragazzi
sono affidati all’ insegnante, che deve fare in modo che possano ricevere
un’adeguata formazione, e che non si
facciano male. Il problema è serio: quando si tratta di una patologia che per
esempio porta il bambino a esplosioni improvvise di collera e a comportamenti violenti, senza
che l’insegnante possa in qualche modo distrarlo, o convincerlo, o
interessarlo, che cosa si può fare? Possono
gli insegnanti accettare che il bambino spari un calcio ad un compagno? Possono
accettare di ricevere in faccia un compasso? E i genitori degli altri bambini,
possono starsene tranquilli a casa, sapendo che i loro figli vivono una
situazione di disagio? Con questo e con tutti gli altri post del blog (e con
tutto il mio libro), sto io suggerendo di lasciare perdere perché “il bambino
non ne ha colpa”? A queste domande rispondo “No!”.
No, perché noi dobbiamo tutelare la salute dei
bambini e dei ragazzi a noi affidati e – non dimentichiamolo – anche del
bambino che lancia oggetti.
Caro Tiziano, credimi, so che è molto difficile
anche per i dirigenti (i bravi dirigenti, intendo) che ce la mettono tutta.
Con questo e con tutti gli altri post del blog (e
con tutto il mio libro), sto suggerendo di lasciare perdere perché “il bambino
non ne ha colpa”? No.
Dico a tutti, genitori, insegnanti e dirigenti: non
dobbiamo lasciare perdere perché “non si può fare nulla, abbiamo le mani
legate”. Sleghiamocele, queste nostre mani legate. È indispensabile che ognuno faccia la sua
parte, prima di tutto i genitori, che devono capire che se il bambino lancia
oggetti e picchia, o si tratta di culpa in educando o si tratta di un problema
che solo uno specialista deve individuare e certificare.
Scrivi alla famiglia per convocarla ad un
incontro con i docenti e per informarla della situazione, precisando che la
loro presenza, come titolari della patria potestà, è indispensabile per
decidere come aiutare il bambino e per evitare che accadano degli incidenti che
possano causare danni fisici a qualcuno. Se i genitori non vengono, passerei il
problema ai servizi sociali. Chiedi all’Asl, chiedi al Comune, chiedi al
Collegio Docenti come trovare le risorse per gestire questi casi. Nella Scuola
non si può pensare solo a se stessi (“l’alunno non è mio, devono gestirlo i
suoi insegnanti”). Oggi tocca a me, domani tocca a te. I problemi si risolvono
tutti insieme. Tu che sei il dirigente puoi fare la differenza, pretendendo che
la scuola che dirigi si attivi per risolvere i problemi.