La maestra o il professore butta fuori dalla classe
l’alunno e fa male, malissimo. Ma perché lo fa? Chi mi legge sa come la penso:
i bambini e i ragazzi non si mandano fuori, per nessun motivo. Non ci sono solo
ragioni educative per non farlo, ma anche motivi di sicurezza: esiste una
“culpa in vigilando” della quale dovremmo rispondere se il bambino si facesse
male mentre è fuori dall'aula.
Ma riflettiamoci un po’ su.
L’insegnante manda fuori un alunno quando non lo sopporta
più: per esempio se gli impedisce di fare lezione, se ha un comportamento molto
scorretto. Solo quelli che hanno un atteggiamento di forte disturbo vengono
mandati fuori.
Il rapporto fra insegnanti e genitori in certe situazioni
diventa molto difficile. Accade soprattutto nel caso in cui l’alunno è
difficile da gestire e, da un lato, abbiamo il genitore che pretenderebbe che
in cattedra ci fosse un insegnante con la pazienza di un bue; e dall'altra abbiamo un insegnante che è stufo di tollerare la maleducazione degli alunni. Le
cose migliorerebbero se l’insegnante si impegnasse a correggere l’alunno senza
rifiutarlo, certo. Ma sicuramente il problema non sorgerebbe se i genitori si
rendessero conto del fatto che dovrebbero anche loro (prima di tutto, loro)
insegnare ai figli a comportarsi correttamente, e a seguire le regole. A scuola
l’insegnante ha il dovere di sorvegliare l’alunno, ma a casa il genitore ha il
dovere di educarlo. Sì, anche noi, ma prima di tutto loro, a casa.
Una volta il genitore di un ragazzino al quale avevo
sequestrato i dieci petardi magnum che stava distribuendo ai compagni di prima
media ha scritto sul diario: “Invece di perdere tempo a guardare se mio figlio
ha i petardi, Lei dovrebbe insegnargli l’educazione”. Ecco il punto: ci sono
genitori che non capiscono che i responsabili dell’educazione dei loro figli
sono loro, e non noi. Sono loro che devono educare, prima di tutto.
Esiste una “culpa in educando” della quale devono
rispondere i genitori dei ragazzi che compiono azioni gravi che fanno pensare
che sia mancata da parte dei genitori una educazione adeguata. Allora mi
rivolgo a tutti i genitori dei figli che tengono comportamenti maleducati e di
disturbo.
Cari genitori, la Scuola non è il cortile, non sono i
giardini, non è la spiaggia, né un prato, non è il bar, dove si fa qualcosa di simile al
proprio comodo (anche se non si dovrebbe, neppure lì) : è un luogo chiuso dove si sta spesso seduti in un posto
stabilito, in cui si studia e dove si seguono delle regole. È un luogo molto importante
nella vita dei vostri figli. Se il vostro bambino picchia gli altri, se urla a
squarciagola, se pretende si stare sdraiato per terra o di correre fra i
banchi, o se rompe il quaderno del compagno di classe, noi non dobbiamo
mandarlo fuori dalla classe – l’ho già detto – ma cercate di capire che un
insegnante può non sapere più come fare, può perdere la pazienza, può “dare di
matto”. L’insegnante percepisce quanto è ingiusto doversi guadagnare il pane
fra le umiliazioni, e perde il necessario autocontrollo. Come probabilmente
fareste voi al suo posto in quelle condizioni. Lo sappiamo, perché quando
raccontiamo a qualcuno che cosa accade nelle aule tutti ci rispondono “Ah, se
ci fossi io saprei come fare! Non sarei tenero come te, io”.
Se vostro figlio delle medie o delle superiori pensa di
avere il diritto di mandarci a quel paese, a gran voce, se mette i
piedi sul banco, se sghignazza, se rutta, se si rinchiude nell'armadio o ci fa
il verso per far ridere i compagni, noi non dobbiamo mandarlo fuori, è vero, ma voi lo
avete educato male. E se invece avete cercato di educarlo bene, credo che
capirete l’insegnante che – sbagliando, l’ho già detto – lo butta fuori dall'aula. Non dico che fosse giusto
quello che accadeva un tempo, quando il genitore, al quale la maestra aveva
detto che la sua bambina si comportava male, tornava a casa e prima ancora di
parlare le dava una sberla. No. Ma non è giusto neanche chiamarsi fuori dalle
responsabilità educative e pretendere che i propri figli maleducati (male educati)
facciano il loro comodo in classe, offendano l’insegnante e siano un pericolo per l’incolumità dei
compagni, puntando gli occhi sul fatto che “non si butta fuori dall'aula un
ragazzo”.
Dunque, cari genitori, voglio dirvelo: se vostro figlio non sta attento, se si comporta
male, se corre, salta, offende, è vero che forse l’insegnante non è capace di
tenere la disciplina, che forse non è capace di essere interessante, ma prima
di tutto, forse voi non avete insegnato il rispetto per gli altri, non avete
insegnato che non tutto si può fare, e che esistono dei doveri, oltre che dei
diritti. Forse.
L’importante è che noi insegnanti e noi genitori ci chiediamo
di chi è la colpa se il bambino è così maleducato. Prima di tutto cercando la
colpa in noi stessi.
Prima parte qui.