Maurizio mi scrive:
“Salve Professoressa Milani, vorrei avere da lei alcuni consigli riguardo alla gestione di una seconda media che, a detta di tutti i miei colleghi, l’anno scorso è stata spesso indisciplinata. Preciso che in classe vi sono ben quattro ripetenti che non sono per nulla motivati a impegnarsi e spesso non rispettano le regole: non portano i libri, parlano a voce alta,usano il cellulare, a volte cantano, insomma dimostrano nei miei confronti mancanza di rispetto.
Fin dall’inizio ho cercato di avere un atteggiamento il più possibile deciso, severo, ho convocato le famiglie ,ho sequestrato due cellulari, ma noto che il miglioramento dura al limite per un giorno, poi il problema si ripresenta; cerco di dar loro delle schede di verifiche che poi valuto, ma anche quando notano che metto delle insufficienze sembrano non importarsene, perchè a loro (uno lo ha ammesso candidamente) la scuola non interessa,certo non a tutti piace andare a scuola, ma ciò che non ammetto è appunto l’atteggiamento scorretto e irrispettoso che mostrano.
Siccome la maggioranza della classe è comunque ad un livello didattico mediocre, spesso anche gli altri allievi ne approfittano, ad esempio ridono alle battute sciocche degli alunni “difficili” e non si impegnano a dovere.
Tra l’altro non mi va di chiedere aiuto ai colleghi nè tantomeno al Preside, perchè non voglio passare per un insegnante debole e incapace di gestire la classe.
Mi chiedo spesso in che cosa posso aver sbagliato, mi sembra quasi che la buona riuscita dell’insegnamento non dipenda tanto dal docente, ma da tutta una serie di variabili esterne e difficili da controllare, forse non dovrei pensare in questo modo, ma mi viene spontaneo.
Nei miei sette anni di insegnamento ho sperimentato che con certe classi anche cercare di rendere la lezione meno “noiosa” e coinvolgente serve a poco, perchè se manca il senso di rispetto verso il docente tutto crolla, anche le migliori strategie didattiche!
Come posso migliorare la relazione con tali allievi e con la classe? E’ ovvio che non mi aspetto da Lei la formula magica (sarebbe stupido...), ma qualche consiglio, visto che continuo a leggere ogni giorno il suo blog e la stimo molto.”
Caro Maurizio,
quando un insegnante non riesce a motivare gli alunni non è detto che sia “colpa” sua. Forse tu non hai sbagliato proprio nulla. O forse hai fatto soltanto piccoli errori. Mi sembra che tu abbia già imparato a riconoscere quando ti stanno mancando di rispetto. Ed è già un buon inizio, credimi. E hai cercato di “essere severo”. Bene. E non hai chiesto aiuto ai colleghi o al preside. Bravo.
Ci sono classi difficili e ragazzi che non studiano: ho dedicato a questi problemi diverse pagine del libro e alcuni post del blog. Gli atteggiamenti che descrivi sono molto frequenti nelle classi: l’importante è non aspettarsi classi dove non ci sono ragazzi difficili e problemi. Mi meraviglia molto il fatto che c’è chi scrive libri proponendo – secondo me molto semplicisticamente - una Scuola fatta solo di ragazzi motivati. E gli altri dove li mettiamo?
È vero che l’insegnamento efficace dipende da molti fattori: l’importante è saperli riconoscere e gestire. Ma attenzione: prima devi riconoscere i problemi e solo dopo puoi cercare di gestirli.
Il rispetto degli alunni è necessario, come lo è la tua preparazione e la capacità di proporre argomenti per interessarli e coinvolgerli. Ma per interessare gli alunni bisogna conoscerli bene e capirli. Per conoscerli e capirli devono interessarti davvero. E il rapporto con la classe migliora da solo. Questa è già una formula magica!
Fammi sapere!