La Scuola italiana è sempre stata la Cenerentola della società, ma adesso siamo all’assurdo.
Mi rendo conto, parlando con le persone, che non è ben chiaro a chi non bazzica l’ambiente, che cosa significa la parola “tagli”. I ministri coinvolti negano i tagli o, se elargisono qualche larvata ammissione, li dichiarano assolutamente indispensabili e giusti. Sono – secondo loro – “necessarie razionalizzazioni”. E la gente - ancora troppa - ci crede.
Se fate parte della categoria degli insegnanti, del personale ATA, dei dirigenti o dei genitori, sapete già tutto. Se siete genitori dovete assolutamente essere informati.
“Tagli” significa tutto questo (e altro ancora, purtroppo) :
- Non c’è più il personale sufficiente a permettere il recupero degli alunni in difficoltà. Dicono che prima c’erano docenti inutili, che non avevano motivo di essere mantenuti in servizio. Togliete quelli, se è vero, e non docenti a casaccio: il rapporto docenti/alunni non può essere di 1 a 28 o più, se si vuole una Scuola di qualità. E i bambini e i ragazzi in difficoltà hanno diritto di essere aiutati. Perché non valgono meno dei figli dei ricchi.
- Non c’è personale sufficiente per permettere ai docenti e ai bambini di andare in bagno. Sembra una sciocchezza, ma non lo è. Le compresenze sono inutili? I bidelli sono troppi? E allora chi guarda i ragazzi se il bidello è impegnato e al docente scappa la pipì? E se scappa al bambino? Chi lo accompagna in bagno? Il maestro, che lascia il resto della classe senza sorveglianza (non ci sono abbastanza bidelli)? Il bidello, impegnato a correre di qui e di là chiamato da docenti e personale di segreteria? Con i tagli al personale la sicurezza non può più essere garantita.
- Non c’è carta igienica. Nessuno si preoccupa di questo importante particolare. Ci si aspetta che sia la famiglia a portarla o che i ragazzi si puliscano con i fazzoletti da naso. Come se il sedere fosse una faccia.
- Non ci sono, o scarseggiano, gomme, matite, penne, gessetti, risme di carta, cartone, cartoncino, colori, listelli di legno, cartine geografiche, cartucce per la stampante, toner per la fotocopiatrice, libri di lettura e, in generale, il materiale cosiddetto di “facile consumo”. Ci sarebbero tante attività da fare, ma è impossibile farle senza materiale.
- Si favoleggia della presenza di lavagne LIM, ma non dicono che il loro numero è irrisorio.
- Si parla di ridurre sempre di più i libri di testo cartacei, per sostituirli con quelli online o su supporto multimediale. Ma non si dice dove verranno letti e consultati: dubito fortemente che ci saranno i soldi per dare in dotazione un PC portatile ad ogni alunno e ad ogni docente. Danno per scontato che tutti i ragazzi e gli insegnanti abbiamo un portatile a casa. Ma non è assolutamente vero.
Probabilmente si aspettano che anche i notebook o altri supporti vengano acquistati dalle famiglie. E dicono che lo fanno per far risparmiare le famiglie.
- Non ci sono tecnici del computer, non ci sono elettricisti, non ci sono falegnami che la Scuola possa chiamare per riparare qualcosa che si è rotto. Bisogna chiamare il Comune o la Provincia, e arrivano chissà quando, con il risultato che un neon che non funziona continua a lampeggiare per quindici giorni o più. Sì, si può spegnere e fare lezione nella penombra, lo so. E se si rompe la cinghia dell’avvolgibile, si può fare lezione per quindici giorni con l’avvolgibile abbassato, lo so. C’è da sperare che cinghia e neon non si rompano contemporaneamente.
- Le sedie e i banchi sono mezzi rotti – e non perché i ragazzi li rompono, ma perché sono di pessima qualità - e non ci sono soldi per ripararli o sostituirli. Va bene che l’arredo delle scuole è di pertinenza di Comuni e Province, ma a loro i soldi chi li dà?
- D’inverno il riscaldamento è inadeguato, perché nelle aule fa troppo freddo o troppo caldo. D’estate si muore dal caldo e non ci sono soldi da investire per trovare soluzioni che rendano l'ambiente più vivibile.
- Se c’è umidità rimane umido a tempo indeterminato; se i muri sono scrostati rimangono così per anni; se ci sono spifferi gelidi che arrivano diritti sul collo degli alunni non si può fare niente perché non ci sono soldi; se i bagni puzzano di fogna rimangono puzzolenti perché i lavori sono costosi e ci sono altre priorità; se ci sono crepe sul soffitto dell’aula di scienze - quando c'è - si dichiara inagibile l’aula e non se ne parla più. E così via.
I genitori devono sapere dove studiano e lavorano, per ore, tutti i giorni, i loro figli.
Devono essere consapevoli di quello che non c’è mai stato, e di quello che oggi non c’è più.
Invece tutti tacciono e minimizzano.
Ecco che cosa si intende per “tagli”. I tagli ci sono, eccome.
Genitori, informatevi e imparate a pretendere dallo Stato che riservi molte più risorse alla Scuola pubblica.