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visite al blog di Isabella Milani dal 1 giugno 2010. Grazie a chi si ferma a leggere!
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Ricevo molte mail e perciò capirai che purtroppo non posso più assicurare a tutti una risposta. Comunque, cerco di rispondere a tutti, e se vedi che non lo faccio, dopo un po' scrivimi di nuovo, perché può capitare che mi sfugga qualche messaggio.
Proprio perché ricevo molte lettere, ti prego, prima di chiedermi un parere, di leggere i post arretrati (ce ne sono moltissimi sulla scuola), usando la stringa di ricerca; capisco che è più lungo, ma devi capire anche che se ho già spiegato più volte un concetto mi sembra inutile farlo di nuovo, per fare risparmiare tempo a te :-)).
INFORMAZIONI PERSONALI
- ISABELLA MILANI
- La professoressa Milani, toscana, è un’insegnante, una scrittrice e una blogger. Ha un’esperienza di insegnamento alle medie inferiori e superiori più che trentennale. Oggi si dedica a studiare, a scrivere e a dare consigli a insegnanti e genitori. "Isabella Milani" è uno pseudonimo, scelto per tutelare la privacy degli alunni, dei loro genitori e dei colleghi. È l'autrice di "L'ARTE DI INSEGNARE. Consigli pratici per gli insegnanti di oggi", e di "Maleducati o educati male. Consigli pratici di un'insegnante per una nuova intesa fra scuola e famiglia", entrambi per Vallardi.
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mercoledì 2 giugno 2010
Se sessantacinque anni vi sembran pochi. 10°
No, non è così. Il fatto è che da quando è entrata in vigore quella legge assurda che obbliga gli insegnanti a rimanere in cattedra fino a sessantacinque anni queste scene si vedono spesso.
Non è che i ragazzi vogliano male alla Berselli, no. E’ che quando se la trovavano davanti, così fuori moda, con quei vestiti comperati in Francia vent’anni prima, con quel suo profumo di violetta sempre uguale a se stesso, con quegli occhietti tremendamente miopi e quell’odore di colluttorio che le esce dalla bocca per mescolarsi senza senso a quello della violetta, non riescono a trattenersi. Sì, abbiamo provato a parlarne con loro, e loro sembravano aver capito, avevano fatto i buoni propositi di risparmiarla, non fosse stato altro che per il fatto che soffriva di asma, o perché aveva passato i sessanta, ma non ha funzionato.
Così, quando attacca a declamare versi classici nel suo tremolante francese, per un momento, tutti si distolgono dai loro affari, come in attesa, aspettando il momento in cui il fastidioso brusio delle sue parole si spegne. So che qualcuno prova addirittura a farla smettere tirando una gomma, una lattina, qualunque cosa, e, anche se fino ad oggi nessuno l’ha colpita, non si sa se per mancanza di mira o di coraggio, potrebbe sempre succedere. Lei, miope e un po’ dura d’orecchi, non se ne accorge. Almeno questo.
Ne ha sessantaquattro, di anni. Non bastano ancora. Se non cambia niente, le manca ancora un anno per andarsene via, lontano dalle umiliazioni.
Ma non è assurdo tutto questo?
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