Viviana mi scrive:
“Salve, sono una alquanto disperata per i risultati scolastici di mio figlio. Mattia frequenta la quarta elementare di un piccolo paese. La scuola ha una unica sezione dalla prima elementare fino alla quinta. Ci siamo trasferiti quando Mattia ha iniziato la prima elementare. Aveva un maestro unico e a scuola andava tutto bene. Il secondo anno è subentrata un'altra insegnante perché il maestro era andato in pensione. Da qui sono nati i miei problemi con l'andamento scolastico di mio figlio. I voti erano sempre sul sei e a volte anche cinque. Vedevo il bimbo faticare per fare i compiti e notavo un senso di disagio per la scuola, avendo anche episodi di terrori notturni e parlando di questo con la pediatra mi aveva consigliato di farlo mangiare leggero la sera e non fargli vedere film particolarmente violenti. Sembra che il tutto si sia risolto nel giro di un mese. Ma il suo andamento scolastico non ingranava, l'insegnante mi diceva che era un bambino timido e svogliato e questo si ripercuoteva sui suoi voti. È stato affiancato per brevi periodi (purtroppo le condizioni economiche non sono delle migliori) ad una ragazza per lo studio e così i risultati sono un pò migliorati. Alla fine della terza elementare io ero più disperata di prima e ho deciso da sola di fare una consulenza psicologica per l'apprendimento scolastico. Hanno diagnosticato a Mattia la discalculia così ho fatto presente alle maestre anche questo problema di cui non si erano mai accorte. Mio figlio purtroppo non migliora con i voti anzi all'ultimo compito l'insegnante gli ha anche abbassato il voto come punizione perché preso dalla curiosità di alcuni fogli sulla cattedra lui con altri bimbi ha sbirciato facendosi sorprendere dalla maestra che come punizione gli ha abbassato il voto. Per lui è stato molto umiliante perché per la prima volta era riuscito ad ottenere un qualcosa in più. Adesso stiamo tornando di nuovo nella fase dei terrori notturni. Vedo che non ha proprio più quell'entusiasmo del primo anno. Io di certo non sono una mamma modello e spesso non capivo le sue difficoltà nello studio e mi arrabbiavo con lui e questo non ha giovato sulla sua autostima e timidezza. Ora per l'ennesima volta chiedo alla maestra di avere una sensibilità maggiore nei confronti di mio figlio? È giusto che un bimbo che ha già delle difficoltà di apprendimento venga penalizzato sui voti? Avrei preferito la nota sul diario o una mezz'oretta fuori dalla classe piuttosto che minare ancora di più il suo impegno.
Scusi ancora per lo sfogo ma ci tengo molto al mio ometto e cerco di aiutarlo con ogni mezzo possibile.”
Cara Viviana, mi chiedi: “è giusto che un bimbo che ha già delle difficoltà di apprendimento venga penalizzato sui voti?”.
No, non è giusto.
Un bambino piccolo, a scuola, deve trovare prima di tutto accoglienza, comprensione, aiuto. I voti dovrebbero essere aboliti almeno fino alla terza elementare, tanto più se numerici. Meglio sarebbe introdurli solo in quinta. E c’è da discutere della loro utilità anche alle medie.
Noi insegnanti dovremmo proprio pensarsi su. Ma che cosa può significare, per un bambino piccolo, un 6, un 5? E non ha molto senso neanche un o un ! Tutt’al più si potrebbe dire (proprio a voce) un “bravo!” o un “non va ancora bene, riprova. Vieni che ti aiuto”. Ma un 6! Un 5! Un 4! Sono concetti astratti! Pensandoci bene, che senso ha?
Un bambino di sette anni ha appena imparato a stare a scuola, a scrivere, a leggere. Ha imparato da poco a non fare la pipì addosso, a pulirsi quando fa la cacca. Forse bagna ancora il letto. E noi, quando sbaglia, invece di incoraggiarlo, gli mettiamo 5? E magari pretendiamo che a cinque anni capisca che non è a lui che diamo 5 ma al suo compito? Ma via! Colleghi che ancora fate note e mettete votacci ai bambini, guardatevi intorno! Ci sono tanti maestri e maestre che non mettono insufficienze ai bambini. Fatelo anche voi.
A un bambino – poi – che ha anche difficoltà di apprendimento (delle quali avrebbe dovuto accorgersi l’insegnante) si mette 5 e 6? Ma con quale scopo? Per punirlo perché non riesce? “L’insegnante mi diceva che era un bambino timido e svogliato e questo si ripercuoteva sui suoi voti”, scrive Viviana. Ma che cosa significa? È timido e gli do 5 di aritmetica o di storia? Ma che cosa c’entra? È svogliato e gli do 5 di scienze? Semmai glielo do di comportamento. E se il bambino è timido diventerà meno timido se gli do 5? E se il bambino è svogliato non può darsi che sia io quella che deve insegnargli a non aver paura, ad aver voglia di studiare? Chi deve insegnarglielo? La mamma? Il nonno? Il padre?
E se fossi io – insegnante - che non riesco a essere interessante?
Quando scrivo che gli insegnanti (noi- tutti) devono essere preparati intendo questo: dobbiamo sapere risolvere i problemi dei bambini; dobbiamo saperli interessare. Ci sono insegnanti di scuola elementare che fanno cose fantastiche (basta guardare fra i tanti blog). Sono sicura che trovano come rendere meno timidi e più volenterosi i loro alunni.
Immagino che la mamma di Mattia abbia parlato alla maestra dei terrori notturni del bambino. La maestra avrebbe dovuto porsi delle domande e cercare di aiutarlo. Ma pare che questo non sia avvenuto.
Se anche un bambino non sapesse fare nulla, non gli si dà 5: lo si aiuta, lo si incoraggia, si cerca di convincerlo che può farcela. E invece quella maestra – evidentemente - pensa di spronarlo dandogli un 5 di cui sicuramente il bambino non conosce bene neanche il significato e sa solo che è una cosa brutta. O pensa che sia suo alto dovere registrare con un voto questa sua incapacità o svogliatezza.
“All'ultimo compito l'insegnante gli ha anche abbassato il voto come punizione perché preso dalla curiosità di alcuni fogli sulla cattedra lui con altri bimbi ha sbirciato facendosi sorprendere dalla maestra che come punizione gli ha abbassato il voto”: questa è la cosa più grave, secondo me. Ma che cosa c’entra il voto sul compito svolto con il voto sul comportamento? È come se uno preparasse una ottima torta e poi si comportasse male: dico che la sua torta è cattiva?
Cara Viviana, adesso il bambino è in quarta. Non so che cosa consigliarti. Difficilmente la maestra può cambiare, ma può accadere. Stringi i denti e non ti rattristare. Vedrai che il bambino dimenticherà tutto quando andrà alle medie. Adesso cerca solo di far capire alla maestra che il bambino vive la scuola con disagio. Chiedile di aiutarlo.
Speriamo che legga questo post, e anche il mio libro.
Fammi sapere.