Ho già scritto più volte riguardo alle responsabilità
degli insegnanti e alla culpa in
vigilando e perciò non mi ripeterò e richiamerò, qui in fondo, i link del
blog a riguardo.
La domanda è sostanzialmente questa: "Chi è
responsabile degli alunni difficili che escono dalla classe senza permesso e
girano per i corridoi?".
Rispondo: l’insegnante che lo ha lasciato uscire
(anche se non ha dato il permesso), ma anche quello che passa nel corridoio e
constata dei comportamenti scorretti o pericolosi e non fa nulla perché torni
in classe.
Credo che molti insegnanti non sappiano che ognuno è
responsabile non soltanto dei suoi alunni, ma di tutti quelli che si trovano
davanti a lui.
Mi spiego: l’assistenza durante l’intervallo è nostro
dovere. Ogni scuola organizza l’assistenza, stabilendo che debba essere fatta a
turni o tutti contemporaneamente. Chi è di assistenza ha il dovere si
sorvegliare che i bambini o i ragazzi non si facciano male. E questo vale non
sono per le elementari e le medie, ma anche per le superiori. E tutti gli
insegnanti devono vigilare, mentre si muovono all’interno della scuola,
affinché gli alunni non si facciano male. Molto spesso noto che ci sono
insegnanti convinti di essere a posto quando controllano la loro classe.
Recentemente il MIUR è stato condannato a pagare 221
mila euro perché una studentessa di diciassette anni si è suicidata,
impiccandosi nei bagni della scuola a scuola. Che colpa ne ha il MIUR? Che
colpa ne ha il dirigente dell’istituto dove è avvenuto il fatto? E che colpa ne
ha l’insegnante? Viene condannato il MIUR perché qualche suo dipendente ha
sbagliato. Ma state tranquilli che il MIUR girerà la colpa a qualcuno. La colpa
è questa: la ragazza è entrata e ha potuto recarsi in bagno senza che nessuno
se ne accorgesse, né l’insegnante né il personale della scuola. Evidentemente
si pretende che la scuola preveda che chi entra venga individuato e
controllato. Spesso ai ragazzi delle superiori viene lasciata molta libertà. So
di scuole che permettono di uscire e di andare al bar dell’angolo. Ma
insegnanti e dirigenti di quelle scuole dovrebbero chiedersi che cosa
accadrebbe se un ragazzo venisse investito da un’auto. La colpa sarebbe
dell’insegnante che lo ha permesso (o non lo ha impedito) e del dirigente che
non ha dato direttive affinché il ragazzo non potesse uscire. Se “tutti fanno
così” o se “sono grandi! Che cosa vuoi che succeda?” non interessa a nessuno,
se accade qualcosa a uno di quei ragazzi. Tutto va bene finché non succede
nulla. E supponiamo che il dirigente abbia messo per iscritto che “nessun
alunno può uscire dalla Scuola” e poi chiuda un occhio se qualcuno lo fa. Pensate che se, in caso di incidente, venisse
accusato dal MIUR non farebbe valere quello scritto, indicando gli insegnanti come
responsabili?
I bambini e i ragazzi sono beni preziosi che vengono
affidati alla scuola, tutta. Abbiamo il dovere di fare di tutto perché non
accada loro nulla.
Tutti gli alunni della nostra scuola sono nostri
alunni. Dobbiamo smettere di pensare solo alle nostre classettine. E dobbiamo
smetterla di offenderci se un insegnante rimprovera i nostri alunni o la nostra
classe. Il concetto che “ognuno deve pensare agli alunni suoi” è sbagliato. E
lo dice la legge. Noi insegnanti dobbiamo educare tutti gli alunni a un
comportamento corretto in modo che nessuno si faccia male. E se gli alunni di
altre classi urlano, si inseguono o si picchiano è un problema di tutti gli
insegnanti presenti. Non dobbiamo sopportarlo e non dobbiamo permetterlo.
Se un alunno “scappa” dalla classe, che
cosa deve fare l’insegnante? “Lascia la classe incustodita per inseguire
l'alunno, o aspetta di trovare un bidello e lascia incustodito l'alunno?”. E “se
un alunno particolarmente problematico dal punto di vista comportamentale esce
dall'aula continuamente, senza che l'insegnante abbia dato il permesso, anzi
viene aggredita verbalmente e con gesti irripetibili nel momento in cui dice
all'alunno che non può uscire senza permesso, come deve comportarsi?”
Secondo me deve comportarsi come se fosse
scattata una sirena d’allarme. La prima volta che l’alunno “scappa” l’insegnante
deve attivarsi in modo da seguire l’alunno, dopo aver lasciato la classe in
custodia a un bidello e, se non lo trova, a un collega che si trova nell'ora libera e che per pochi minuti potrà senz'altro (e dovrebbe senz'altro) aiutarlo.
Questo è uno dei casi in cui una nota sul registro si rende necessaria, anche
per segnalare la gravità del fatto. Se l’insegnante si limita a scrivere sul
registro passa, agli occhi di tutti, che non è poi così grave scappare.
È perciò il caso di arrabbiarsi molto con
l’alunno e di spiegargli perché il suo comportamento è irrispettoso e
potenzialmente pericoloso.
Bisogna anche scrivere al dirigente per
metterlo al corrente del fatto e chiedere direttive – scritte- su come
comportarsi: lasciare senza custodia l’alunno o la classe? Ce lo dica lui. Gli
insegnanti devono imparare a esigere da parte del dirigente un aiuto: non ci
sono soldi, non ci sono sufficienti collaboratori, non ci sono supplenti? E noi
come facciamo a gestire certe situazioni? Noi dobbiamo fare al meglio il nostro
dovere. Al resto pensi il dirigente.
Cari colleghi che mi scrivete, mettetecela tutta a
essere bravi insegnanti, e imparate a ribellarvi alle situazioni ingestibili,
perché alla fine, se succede qualcosa ci andate di mezzo voi e, naturalmente,
qualche alunno.
Il dirigente non permette che qualcuno venga sospeso,
anche se gli dimostrate di aver fatto tutto il possibile per aiutarlo? Scrivetegli
e protocollate quello che scrivete, perché siete voi quelli che di giorno in
giorno educano i ragazzi e siete sempre voi quelli che devono sapere quando è
il momento di prendere dei provvedimenti disciplinari. Non prendere mai
provvedimenti significa diffondere un’idea di impunità che favorisce i
comportamenti scorretti e potenzialmente pericolosi.
E se durate l’intervallo o in qualunque altro momento
un alunno minaccia di picchiare un altro e voi siete lì presente (l’insegnante
è in classe o nelle vicinanze della sua classe), e se i due si picchiano e uno
dei due cade, batte la testa e muore (voglio esagerare per rendere l’idea) chi
pensate che venga chiamato a dimostrare che non ha potuto fare nulla per
impedire la morte del ragazzo? Potete voi dire “Ma non era un mio alunno!”? Io
credo di no.