Angela mi scrive:
Cara Angela, capisco che stai impegnandoti, che hai letto il blog, forse anche il mio libro.
Non ti ripeterò, perciò, quello che hai già letto.
Faccio qualche osservazione che ti può aiutare. Tu scrivi:
- “mi ero preparata un'attività leggera da svolgere insieme a loro”: scusa, ma chi ti ha detto che l’attività deve essere leggera? Non so che cosa insegni, ma c’è sempre qualcosa di interessante da insegnare. “Interessante”, non “leggero”. Se una cosa è leggera è poco mpegnativa e perciò permette la confusione.
- “Ho provato a ragionarci, dicendo che so come potrebbero comportarsi perché li vedo silenziosi e seri in altre ore...”: sbagliatissimo! È come se tu avessi detto “I miei colleghi sono più bravi di me. Io non sono capace di controllarvi e lo ammetto”.
- “L'attività che avevo in mente si è svolta in un clima decisamente chiassoso. L'ho voluta continuare perché interromperla sarebbe stato un evidente segnale di fallimento.”: Sbagliato. Invece avresti dovuto interromperla subito e assegnare qualcosa di estremamente noioso, naturalmente scritto. Devi metterti d’accordo con i colleghi perché dicano che i tuoi voti valgono esattamente quanto i loro. Li scrivi su un quaderno/registro che ti comperi e compili davanti a loro. I ragazzi non sanno niente di queste cose. Un registro è un registro.
- “i 3-4 bulletti della classe continuavano imperterriti e trascinavano nuovamente il resto dei ragazzi”: i bulletti vanno individuati subito e devi fare in modo di coinvolgerli in cose pratiche. Devi, inoltre, essere quella che ESIGE e non quella che prega. Se tu ti convincessi che SEI un’insegnante come gli altri, che SEI degna di rispetto e che DEVONO rispettarti, ti uscirebbero altri sguardi e altri toni. Se hai letto il libro c’è tutta una parte su questo.
- “So che ho sbagliato tipologia di attività , di gruppo”: bene, lo sai. Il lavoro di gruppo, metodo stupendo, didatticamente utilissimo e molto apprezzato dai ragazzi, deve essere usato soltanto quando sei capace di gestire bene la classe. Non solo le classi difficili, ma anche le classi facilissime (se ne esistessero). Gestire il lavoro di gruppo è molto difficile anche nei consigli di classe e nei collegi dei docenti, come avrai constatato. Figuriamoci in classe.
- “Nei momenti in cui la confusione prendeva il sopravvento, SAPEVO di non aver armi: rapporti? Sospensioni?” e “Penso che in parte la mia difficoltà sia dovuta al mio ruolo di insegnante di sostegno: niente voti, attività di recupero”: le armi di un insegnante non sono né i rapporti né i voti né le sospensioni. Anzi, bisogna riservarli a casi gravi. D’altra parte, quanto ci mettono i ragazzi a capire che non accade nulla? Meglio non ricorrere ad un’arma a salve: finché non spari credono che sia caricata a pallottole vere. Lo hai detto anche tu: “Per loro è acqua fresca”. Le armi sono tutte quelle di cui ho parlato nel libro e nel blog: hai letto tutto? Le armi sono sostanzialmente tre: far sentire (non “dire”) che ti interessi davvero di loro; essere preparati e quindi interessanti; essere capaci di stupirli.
- “è troppo tardi o posso recuperare?” : non lo so, Angela. Vale quello che ho scritto in questo post .
Spero di averti aiutato. Fammi sapere, e non ti arrendere!