Sara mi scrive:
"Ciao Isabella, io con la mia classe le ho provate tutte... o quasi... dal rendere le lezioni più interessanti al cercare di parlare con loro, ma non è servito a nulla. Oggi dopo l'ennesimo richiamo ho detto"ora basta il primo che parla, anche per chiedere una gomma al compagno avrà una nota sul diario". Dopo un minuto ecco che un ragazzo dice qualcosa al compagno, allora chiedo il diario di entrambi visto che si deve essere in due per parlare... dopo un minuto una ragazza si alza per buttare un foglio; per essere coerente ho messo una nota anche a lei..
Allora hanno iniziato a protestare e a parlare tra di loro dicendo " anche io sto parlando"..e così via.
Io ho detto che con queste loro provocazioni non avrebbero ottenuto nulla, e anzi che se in futuro continueranno a disturbare la lezione farò subito una verifica (facendo scrivere un avviso sul diario, visto che le verifiche a sorpresa non si possono fare).
Così facendo ho paura di aver peggiorato le cose”
“Non credo che tu abbia peggiorato le cose, Sara. Credo che tu abbia fatto bene.
Ma se hanno cominciato a ribellarsi, significa che dal tuo tono non era abbastanza chiaro che non ammettevi comportamenti scorretti; il tuo sguardo non era abbastanza deciso (devi recitare la parte), non trasmetteva abbastanza il concetto "non vi conviene fare i furbi".
L'importante è essere rapidi nel trovare la soluzione ad un problema inaspettato. E bisogna imparare a comunicare con lo sguardo e con il sorriso. Il sorriso è importante. A volte, un sorriso senza parole, vi permette di prendere tempo per pensare al da farsi. Bisogna saper parlare sorridendo, ma con quel sorriso deciso, che non lascia mostrare i denti, e che non coinvolge gli occhi. Il sorriso forzato, finto, che contiene una punta di "ora vi faccio vedere che cosa succede a fare i furbi".
L’insegnante deve essere anche attore: recitare con i silenzi, gli sguardi e i toni della voce. Soprattutto con i ragazzi difficili. Deve saper usare il volume della voce per ottenere attenzione, silenzio, e per mantenere vivo l’interesse (se parlate a voce sempre uguale, sempre con lo stesso tono, il tono è “mono” e voi siete monotoni, e quindi non ).
Personalmente credo che li avrei guardati in silenzio da destra a sinistra, al rallentatore, e poi avrei sorriso e detto, ": "Oddio!! Stai a vedere che credete di essere nel film "Gli ammutinati del Bounty" (loro, facilmente, non lo conoscono e rimangono leggermente spiazzati). Bella interpretazione, bravi (annuendo con la testa e sorridendo). Invece state girando i provini per il film "Le avventure dei futuri bocciati". Spero che solo pochi verranno presi nel cast. Comunque, se nello spazio di tre secondi non c'è silenzio assoluto, io, che ho una memoria di ferro, fotografo le vostre facce e le vostre bocche aperte, e le note ve le metto con calma. Anche sul mio registro. Perché adesso non posso più perdere tempo. Allora, chi sta parlando?"
Supponiamo che uno dica, per far ridere gli altri, "Ma come fa a fotografare senza macchina fotografica?" Tu sorridi, gli punti un dito per indicarlo e, sorridendo rispondi soltanto "Fotografato!".
Vedrai che funziona. Bisogna imparare a reagire alle provocazioni senza abboccare, senza arrabbiarsi, rimanendo calmissimi.
Appena hai finito di leggere, però, esercitati a recitare la parte che ti ho suggerito. A voce alta, aggiustando il tono, il sorriso, le parole. Immaginando altre possibilità (conoscendo i ragazzi dovresti saper prevedere il loro comportamento in quella situazione.)
Ragazzi, dovete allenarvi a casa. Vedrete come sarete più sicuri a scuola.
Fammi sapere, Sara. Fatemi sapere tutti, quando avrete provato.