Essere circondati da tutto questo sfacelo senza essere in guerra è terribile. Guardiamoci intorno: non c’è nulla che si salva.
La furia degli elementi distrugge oggetti, case, vite e ricordi, e ci rammenta che l’Uomo può essere spazzato via da quella Natura che giorno dopo giorno lui violenta e uccide per i suoi interessi. Ogni tanto, sotto forma di alluvione, di terremoto, di epidemia, spazza via tutto e costringe l’Uomo ad interrogarsi.
E mentre questo accade, i politici si accusano a vicenda e si mostrano addolorati e coinvolti. Ma per loro, in realtà, non cambia assolutamente nulla. Mai.
Diluvia. E intorno a noi un amico è disoccupato, un fratello è sottoccupato, una zia è stata licenziata, le tasse aumentano e le pensioni calano, le tasche sono vuote. I figli non vogliono più studiare e forse abbiamo una figlia, laureata, che ha dovuto fare la cassiera al supermercato.
Il futuro fa paura. Quello dei nostri figli. Il nostro. Non sappiamo nulla di quello che ci aspetta. Non sappiamo se andremo in pensione prima che la nostra vita sia finita. Sappiamo che i nostri figli ci andranno chissà quando. Sappiamo che dovremo mantenerli noi perché non troveranno lavoro.
Questa è l’Italia in cui i nonni lavoreranno e i giovani staranno a casa.
Togliere i sogni a una persona è togliergli tutto. E questa è l’Italia in cui i ragazzi non potranno più sognare.
L’Italia dei privilegi, degli ammanicati, dei disonesti, degli sfruttatori e l’Italia delle ingiustizie, dei soprusi e degli sfruttati.
L’Italia delle fregature colossali.
E la fregatura più grossa è quella che ricevono questi nostri sfortunati figli, che avrebbero dovuto vivere in un mondo migliore di quello della guerra e che si trovano ad essere specchio del mondo sporco che abbiamo loro lasciato in eredità. Li hanno resi incapaci di affrontare le difficoltà e adesso li fanno vivere in un mondo pieno zeppo di problemi. Hanno instillato in loro il demone del consumismo, togliendo subito dopo la possibilità di acquistare.
E l’altra grossa fregatura è per noi, che abbiamo lottato tanto – molto tempo fa – per un mondo migliore. E abbiamo ottenuto solo di diventare schiavi, legati al posto di lavoro come cinesi negli scantinati.
In nome di una ipotetica speranza di vita ci tolgono la speranza di vivere la nostra vita.
E mentre i politici gozzovigliano, fingono di litigare, o litigano per le poltrone, godono di privilegi assurdi e, senza vergogna, chiedono a noi i sacrifici per porre rimedio ai danni che proprio loro hanno procurato all’Italia, noi vediamo sfumare tutti i nostri progetti per il futuro: prima di tutto vedere i nostri figli lavorare, costruire la loro vita onestamente, migliorando la loro condizione, e subito dopo poterci permettere un po’ di riposo, un luogo dove vivere in modo confortevole, dopo aver lavorato tutta la vita.
Se avevamo rinunciato a tante piccole soddisfazioni per mettere da parte un gruzzoletto per le necessità e per la vecchiaia, ora ci dicono che forse andrà in fumo e non varrà più nulla, o forse dovranno metterci mano, o forse dovremo usarlo per mantenere noi e i nostri figli perché non ci sono più soldi per le nostre pensioni. Per le loro, invece, ci sono.
Ho bisogno di credere che dopo i temporali e le alluvioni tornerà il bel tempo. Che la gente tornerà ad essere onesta. Che i privilegi verranno cancellati e l’Italia diventerà finalmente un Paese più giusto, più bello.
Ho bisogno di credere che il peggio è passato, che sta per cominciare una nuova era, che la gente tornerà a fare progetti e a sorridere, e che tutto si aggiusterà.
Incrociamo le dita. Ma facciamo qualcosa per ribellarci a questa situazione.