Sono davvero stanca della stupidità, dell’ignoranza, della volgarità, dell’egoismo e della disonestà, che sono i cinque pilastri su cui si regge la società italiana.
Ho nostalgia dell’intelligenza, della cultura, dell’educazione, della solidarietà e dell’onestà.
Ma come abbiamo potuto accettare di essere sbattuti così in basso, fino addirittura a diventare complici contenti di questo scadimento nella barbarie?
Se siamo persone oneste, non possiamo più leggere giornali e vedere telegiornali e programmi televisivi senza che un pugno nello stomaco ci tolga il respiro.
Siamo invasi da bugiardi e disonesti e manipolati da persone senza scrupoli, assistiamo a spettacoli osceni, al trionfo del volgare e dello stupido. E non possiamo fare nulla, se non cercare di convincerci che non sta accadendo nulla.
Ho nostalgia delle persone semplici, dei lavoratori onesti, delle canzoni cantate in coro nei pomeriggi d’estate, dei divertimenti quasi ingenui, dei baci rubati sotto i lampioni lontani da occhi indiscreti.
Dove sono i caffè dove i giovani studenti discutevano di arte e di politica? Dove sono finite le passioni, gli ideali per i quali battersi, i princìpi da seguire?
Dov’è l’eleganza da ammirare, l’intelligenza considerata un valore, l’onestà da esibire. E il pudore, la correttezza, la gentilezza, la sincerità, dove sono finiti? Dove sono la fatica, la perseveranza, il sacrificio che portano ad ottenere ciò che si sogna? Perché è diffusa l’idea che solo gli sciocchi fatichino?
Sono davvero stanca di stupidi e ignoranti ammirati, di disonesti di successo, di sbruffoni, maleducati, disonesti che vengono additati come modelli da seguire, di egoisti che si fanno passare per altruisti, del sesso ostentato che ci viene sbandierato ovunque..
La cultura è morente, insieme all’educazione, alla gentilezza, all’intelligenza, all’onestà.
È ora di darsi davvero da fare. È ora di ribellarci.