Fra notizie di raffreddori, influenze, freddo, piogge, ritorni di sereno, panettoni, calorie per fetta di pandoro, diete, attentati, stragi, messaggi del papa, incassi record dei cinepanettoni, mete turistiche, previsioni di tutto esaurito e di menù di capodanno, non so se avete letto che una quarantaduenne inglese si è suicidata il giorno di Natale. Si chiamava Simone.
Si sa che nei giorni di festa la solitudine è più terribile. Ci si guarda intorno e ci sembra di vedere tutti felici; c’è aria di festa e ogni pacchetto rosso e argento, ogni festoso saluto stride con il nero e il silenzio della solitudine.
Simone ha pensato di prendere le pillole che avrebbero cancellato la sua solitudine, e forse ha sperato di essere strappata alla morte da uno dei suoi mille e quarantotto amici di facebook, se ha scritto nel suo stato “Took all my pills be dead soon bye bye everyone.”. Magari, chissà, avvertendo gli amici di facebook, avrebbe potuto scoprire di non essere poi così sola. Invece, non solo nemmeno uno le ha creduto, o si è preoccupato o dispiaciuto, ma addirittura c’è stato chi l’ha presa in giro, chi l’ha accusata di mentire.
Non mentiva, Simone, e se ne è andata davvero, il giorno di Natale, nonostante i suoi mille e quarantotto amici di facebook.
C’è chi si costruisce una vita di riserva su facebook, un mondo parallelo, ideale, e ci si rifugia, convincendosi che è ogni cosa è vera, e perfetta. Tutti sono amici, si parlano, si mandano baci, regali, abbracci, auguri, carinerie. Si scambiano informazioni e complimenti, e si vogliono tanto tanto bene.
Ma bisognerebbe, ogni tanto, ricordare che non sempre la nostra lista di amici è fatta di veri amici.
Si possono fare delle amicizie, sì, ma non dimentichiamo che il mondo reale è altrove.