Il
post della diciottenne che definisce “zoccola” la prof di matematica che
pretende che studino mi fa riflettere.
Abbiamo
una ragazza di diciotto anni (18) che tiene un blog (pubblico, quindi anche gli
insegnanti avrebbero potuto leggerlo, ma lei non se ne preoccupa affatto) e
scrive un post nel quale si legge:
-
la prof di matematica è una zoccola ed è anche stronza;
-
“siccome il giorno seguente avremo dovuto fare il compito frughiamo tra le sue
carte” (quindi è lecito farlo, purché di nascosto, e si desume che la pensino
così tutti i compagni);
-
“la classe si rifiuta di fare il compito”: evidentemente viene ritenuto giusto
(da tutti gli alunni) sottrarsi al compito e viene ammesso come possibile
dall’insegnante (che spiega che se non lo fanno “dopo Pasqua sarà peggio”, e
cioè reagendo all’insubordinazione con le minacce anziché con dei provvedimenti
seri)
-
“kiediamo di fare esercitazione, ma lei decide di spiegare una miriade di
argomenti, così ci pentiremo di averlo fatto spostare”: l’insegnante trova
giusto vendicarsi negando l’esercitazione e dimostrando esplicitamente la
volontà di vendicarsi (mettendosi al livello degli adolescenti, e passando
quindi immediatamente dalla ragione al torto);
-
“mentre parla cn metà classe, l’altra metà classe sta prendendo il compito
nella sua borsa alle sue spalle”: evidentemente l’insegnante dimentica la
fondamentale regola che bisogna tenere tutta la classe sotto controllo; ed
evidentemente i ragazzi non sentono il minimo senso di colpa mentre fanno
un'operazione decisamente illegale;
-
“Ha intuito qualcosa. sarà forse colpa di quell’imbecille di lettieri”:
Lettieri diventa un imbecille perché non è riuscito a portare a termine
l’imbroglio senza farsi scoprire;
-
“la prof porta i compiti corretti, ha insinuato ke noi abbiamo copiato, ke
abbiam preso la fotocopia dalla sua borsa.”: “ha insinuato”, scrive la ragazza.
Quindi non avrebbe dovuto permettersi di accusarli;
-
ha “corretto ogni minima scemenza, come errore grave. ma qst è impazzita???” :
quindi la professoressa non avrebbe dovuto fare nulla, avrebbe dovuto tacere e
accettare il loro comportamento corretto. Non l’ha fatto, e quindi è pazza.
-
“e se cn i compiti ha fatto correzzione (correzione, con due zeta) iper
precisa, x i test ha fatto la stronza al punto tale da mettere cm massimo 6, la
maggioranza inutile dirlo 3. nn accetterà più volontari alle interrogazioni,
ogni giorno bisognerà essere preparati sia in matematica ke fisica, tutto il
programma, nn aiuterà più ( perkè lo ha mai fatto?) ha giurato vendetta”:
evidentemente la prof ha scelto la strada della vendetta, la prova di forza
basata sui brutti voti; evidentemente, se li ha aiutati, non è stato recepito
il messaggio “vi sto aiutando”; non ha ritenuto praticabile la strada di una
dura presa di posizione sul comportamento, e non sui voti;
-
“ma come si fa dico io? come si fa a essere così stronza? ma tu dico io godi
quando metti i 3? godi quando alla fine dell’anno tutti prenderanno il debito
nelle tue 2 materie? nn ti viene il dubbio ke se c’è un problema parte
principalmente da te? nn ti sei ma kiesta cmè ke nn riesce a mantenere la
classe? nn ti sei mai kiesta se forse fare la professoressa era il mestiere
adatto a te? ma soprattutto hai mai pensato di sfogare la tua rabbia repressa
in qlk altro modo?”: evidentemente la professoressa non ha ritenuto importante
stabilire un rapporto con gli alunni; i ragazzi non hanno visto in lei nessuna
delle caratteristiche che rendono autorevole un insegnante; non la rispettano,
la considerano cattiva, vendicativa, disinteressata agli alunni e interessata
soltanto alla matematica e ai voti; ritengono che l'insegnante che dà dei
brutti voti sia una persona frustrata (come la società dipinge spesso gli
insegnanti), che gode a fare del male;
-
“perkè tu vekkia zitella sola forse ti stai accorgendo ke la tua vita è volata
via eke nn l’hai vissuta cm volevi.
forse ti stai rendendo conto ke hai perso un sacco di tempo senza crearti ciò
ke veramente ti avrebbe reso felice… stai stressata, sclerata, scuppiat… a me
nn interessa se tu nn sfoghi cn nessun uomo, però nn te la devi venire a
prendere con la classe, noi nn siamo la causa della tua infelicità, forse una
conseguenza…”: evidentemente la ragazza è cresciuta in un ambiente che attribuisce
ogni nervosismo o problema femminile alla mancanza di sesso e all'assenza di un
uomo. È la mentalità di un tempo (tutt’altro che estinta) per cui alla donna
che tentava di ribellarsi si diceva “ma hai le mestruazioni?”. Qualcuno le ha
insegnato che il valore di una donna dipende dal suo successo con gli uomini, e
che l’insegnante non ha diritto di pretendere nulla e, se lo fa, è perché è
“stressata, sclerata, scuppiat”.
-
“se tu vuoi vendetta, noi vogliamo semplicemente sbatterti cn la testa nel
muro, una sera qualsiasi ke tu tornerai a casa, senza saper del pericolo ke
troverai sulla tua strada…”: evidentemente questa diciottenne ha imparato bene
il linguaggio aggressivo e violento della società in cui viviamo, quello del
“Ma mai nessuno che se la stupri?” detto da un consigliere di quartiere
leghista (una donna!), per esempio.
-
“hai mai pensato di sfogare la tua rabbia repressa in qlk altro modo?"
"lo sapete ke i prof stressati nn possono insegnare, perkè nel momento in
cui un professore è stressato, stressa i suoi alunni”: evidentemente la ragazza
ha recepito bene tutti gli insulti che la gente sputa fuori quando noi
insegnanti protestiamo perché il nostro lavoro è usurante e stressante.
Qualcuno ( e non solo i genitori) le ha insegnato fin da piccola che
l’insegnante che lavora e che pretende che i ragazzi studino non è un bravo
insegnante, ma è soltanto una persona che ha della rabbia repressa da sfogare e
che la sfoga sugli alunni.
-
“gli alunni sono la società del domani”: è convinta del fatto che gli alunni,
come “società del domani” hanno dei diritti che vanno rispettati, primo fra
tutti quello di vivere liberamente, facendo quello che vogliono, senza che
qualcuno dica loro che hanno anche dei doveri. La parola "dovere" e
l'espressione "è tuo dovere" non viene quasi più usata, al di fuori
della Scuola.
Secondo
me le domande principali, fra tutte quelle che ho proposto nel precedente post,
sono le seguenti: come è possibile che la ragazza diciottenne sia arrivata in
quarta liceo con queste idee? E’ nata così? Le hanno insegnato i genitori a
essere così? Gli amici? E nessun insegnante se ne era accorto, per esempio alle
medie?
O
se ne erano accorti e non hanno saputo fare niente? Crediamo davvero che sicuramente qualcuno
aveva insegnato i concetti basilari per il vivere civile a Mena e ai suoi
compagni? E se nessuno lo aveva fatto, pensiamo che siano concetti innati?
Rispondo: questa ragazza è il risultato di una
serie di errori di cui ho già molte volte parlato. Vive in una società
consumistica, che mira solo al futile, che aborre la fatica e l'impegno, che
insegna al bambino, al ragazzino, al ragazzo e anche all'adulto che bisogna
desiderare l'inutile e dannarsi per ottenerlo; insegna che la ricchezza è il valore per eccellenza, che
la forma viene prima della sostanza, che l'aspetto fisico conta più della
cultura; insegna quindi anche che chi non è ricco (l'insegnante, per esempio)
non vale nulla, che una bella donna merita di sedere in Parlamento più di una
donna intelligente, che "se sei racchia e fai schifo te ne devi stare a
casa". Questa ragazza non ha il senso della giustizia se non della
giustizia che la riguarda. La professoressa, secondo lei, non ha diritto di
prendere delle decisioni: sono loro che hanno diritto di fare ulteriori
esercizi che evitino loro lo studio a casa, hanno diritto di non avere
insufficienze, di avere più tempo, di scegliere loro il grado di difficoltà
degli esercizi. E i genitori sono molto probabilmente d'accordo. Perché se la
figlia va male, la colpa deve essere degli insegnanti, altrimenti loro
dovrebbero prendere dei faticosi provvedimenti, dovrebbero spendere dei soldi
(meglio spenderli in un cellulare) in lezioni private, dovrebbero combattere
contro una figlia ormai grande.
Questo
succede perché molti genitori non hanno più le idee chiare su che cosa sia
effettivamente giusto: anche a loro è venuto il dubbio che forse la cosa
importante è che guadagnino, non importa come; che la cultura non serva a
nulla, che la ragazza abbia una ricchezza solo se è bella; forse anche loro si
sono convinti che chi studia tanto diventerà un frustrato infelice e sfigato;
che gli insegnanti che protestano sono dei fannulloni. E perciò difendono a
spada tratta la loro figlia che se ne frega. Non la contrastano perché deve
essere libera di fare e pensare quello che magari hanno sentito dire a Maria De
Filippi. E hanno sviluppato queste idee anche perché spesso (non tutti, certo)
sono impegnati anche loro a cercare di diventare come li vogliono i media, e
non hanno tempo per i figli.
Questo
succede perché gli insegnanti non ce la fanno a contrastare questo mentalità
senza andare incontro a problemi, seccature, insulti, minacce di denunce e
denunce vere e proprie. È troppo faticoso e viene sentito come un sopruso
(giustamente); sulle loro spalle grava un cumulo di responsabilità, di
problemi, di pretese, e nessuna considerazione sociale, nessun riconoscimento
economico, e abbondanza di offese, non solo da parte dei genitori, ma anche da
parte delle istituzioni. Questo succede perché molti insegnanti, alla fine,
rinunciano, gettano la spugna. E diventano vittime. Ma succede anche perché ci
sono insegnanti (pochi) che non avrebbero mai dovuto diventare insegnanti, e
rovinano la reputazione anche di quelli (molti), che sono preparati e che
lavorano sodo.
Quello
che mi preme è sottolineare la necessità di non dare la colpa ai ragazzi: la
ragazza del post è aggressiva, maleducata, presuntuosa, ignorante, scorretta,
disonesta. Ma è diventata così perché nessuno l'ha corretta prima. Nessuno è
riuscito a insegnarle né valori, né rispetto, né senso del dovere, né l'onestà,
né il concetto basilare che la fatica sta alla base dei risultati.
Mi
preme dire che la soluzione dei problemi che ci vengono posti non sta affatto
nella soluzione semplicistica (e ingiusta) di dare la colpa ai genitori, o agli
insegnanti. E soprattutto, non sta nel dare la colpa ai ragazzi che, fra tutti,
sono i meno colpevoli.
Questo
è un commento che qualcuno ha inserito (e che io non ho pubblicato):
"I
genitori di figli violenti, dopo averli informati, vanno picchiati con un
manico di badile, come il figlio, facendogli provare quello che loro fanno
provare agli altri. Poi vedrete, dopo due o tre spazzolate, se avranno ancora
voglia di fare i violenti. Salomone aveva ragione"
Ma
che razza di soluzione è questa? Eppure la suggeriscono in tanti.
I
genitori devono prendere coscienza della situazione. Ma gli insegnanti, che
sono anche educatori, possono fare di più. Tutti noi dobbiamo dedicare molto
più tempo al dialogo, alle spiegazioni riguardanti che cosa è giusto, onesto,
importante nella vita. Non importa se perdiamo un pezzettino di programma. Il
programma, se c'è l'educazione al vivere onesto, verrà dopo, di conseguenza. I
ragazzi hanno bisogno di essere guidati, di essere accompagnati verso la vita,
di coltivare la speranza in un mondo migliore, di imparare a provare
entusiasmo. Bisogna farlo quando sono piccoli e quando sono ragazzi. Alle superiori
non ci si riesce quasi più. Ma bisogna tentare. Bisogna conoscerli bene,
ascoltarli. Cercare di capirli, ma senza lasciar passare le eventuali
scorrettezze. Neanche le più piccole. Bisogna rispettarli ed esigere rispetto.
Bisogna premiarli quando lo meritano. Ma bisogna punirli e bocciarli, se
occorre. Punirli e bocciarli, ma senza astio. Perché se sono "riusciti
male", se non sono come avrebbero dovuto diventare, abbiamo sbagliato noi
adulti quando erano piccoli.
Bisogna
essere esigenti, e molto intransigenti. Spiegare loro perché facciamo le cose,
perché prendiamo certe decisioni. E poi prenderle, senza paura. Per insegnare
ci vuole coraggio, l'ho già detto.
Il
discorso non è certo finito. Ci sarebbero tante altre cose da dire, ma non si
può scrivere un trattato in un post. Questo post è già molto lungo, ma vorrei
concludere trascrivendo quello che la ragazza ha scritto alla fine dell'anno
scolastico, al termine dell'ultimo anno di liceo, facendo una classifica dei
suoi professori. Nella classifica, la professoressa di matematica è stata messa
al terzo posto:
"I
nostri prof. Classifica
Prima di fare qst tanto attesa classifica devo
fare delle premesse
1) nn conosco i voti delle pagelle, ne tanto
meno dell’esame
2) nel bene e nel male ogni persona del liceo
ci ha segnat x sempre… qst 5 anni anke se nn sempre sereni e spensierati fanno
parte delle nostre esperienze…
3) fare i prof è un lavoro ingrato, e spesso ki
lo fa nn ha le capacità umane x farle
I°
Posto la prof di religione, l’unica cn cui si potev parlare liberamente, ke
eliminav ogni barriera tra alunni e studenti, sempre dolce e sempre alla moda
II°
posto la prof di italiano e latino… la
ns protetta… una prof ke volev fa la mamma e cm tutte le mamme deve essere
brava e farsi amare ma anke farsi rispettare e mantenere il suo ruolo… unico
difetto: una volta ke si è fatta un idea positiva o negativa le riesce
difficile togliersela da testa… mi ha delusa qnd ha fatti certi discorsi
riguardanti mogli laureate e mariti muratori… mi ha fatto parià qnd andavamo a
casa sua a prenderci il caffè
III°
la tanto amata e odiata prof di mate e fisica… in realtà semplicemente una
donna ke nn voleva farsi mancare di rispetto, forse nn molto adatta a qst
mestiere o forse è abituata alla vekkia scuola in cui c’erano regole da
rispettare e alunni più meritevoli… cmq una donna furba e coerente ke nn ama
farsi prender in giro ed ha ragione… cmq le sue lezioni mi facevano parià…
IV° la prof di arte… vive un po in un mondo suo
senza rendersi conto ke il 68 è passato da parekkio, nn è più una giovincella e
soprattutto alla sua età raccontare di avventure avute coi cubani è un po
ridicola… tuttavia tipa interessante ke sa farsi ascoltare durante le
spiegazioni…
V°
La prof di storia e filosofia… inizialmente ero molto interessata qnd spiegava
sembrava raccontasse trame di film talmente era avvincente, ma in qst ultimo
anno è diventato una palla totale… le sue lezioni diventavano lunghi pisolini,
x nn parlare di tutti i film ke ci faceva vedè in aula magna ke nn
interessavano a nessuno… pregio: nonostante fosse skierato politicamente nn ci
ha mai influenzato sotto qst punto di vista anke se ogni lezione ricadeva sui
valori cristiani e la loro perdita… tipo famiglia aborto fecondazione ovvero
gli unici momenti in cui ci animavamo un po’
VI°
Il prof di scienze, divenuto uomo impegnato nella scuola ( collaboratore del
preside) le sue lezioni sn diventate molto più mordi e fuggi del solito… ma nn
ha mai perso il suo spirito umoristico ne la voglia di sentirsi eternamente
giovane anke a costo di prendere strappi muscolari durante le partite d
calcetto… ci ha martellato tutto l’anno per il suo corso all’umac, a cui io ero
puntualmente assente… qst la dice molto sul mio interessamente alla sua materia
VII°
la prof di inglese, tutti si ostinano a dire ke sentivano la sua mancanza… io
invece preferisco essere molto più franca sicuramente mi disp x qll ke le è
successo ma nn mi rimangio tutte le parole dette contro di lei… bisogna xò
ammettere ke la sua durezza nascondesse il desiderio di vivere in un mondo dove
tutti fossero corretti e facessero il proprio dovere anke se lei era la prima a
nn saper fare il suo dovere… donna all’antica
VII°
quella di ed. fisica ke sinceramente nn considero una prof, nn considero una
donna, nn considero e basta così si spiega il mio voto rimasto invariato negli
anni, 6 in educazione fisica… inutile dire ke mi ha costantemente rovinato la
media ma nn mi interessa se una cosa nn mi piace nn la faccio!!!"