Questa
volta il post è più lungo del solito, ma mi è sembrato utile condividere alcune
lettere che ho ricevuto, riguardanti la scuola elementare.
Due
mamme e una nonna mi chiedono consigli, ma non ci sono molti consigli da dare. Il
problema lo possono risolvere soltanto gli insegnanti, purtroppo!
Marilena, Lilli,
Nonna Pina mi scrivono:
“Professoressa
buongiorno,
mi
chiamo Marilena, sono mamma di un bambino di 8 anni che frequenta la terza
elementare.
Da
quando ha iniziato la scuola elementare ho dovuto affrontare tanti problemi.
Premesso
che mio figlio non è un bambino dedito alla scuola, in questi tre anni ho
dovuto lottare perché a mio figlio venisse garantito un insegnamento
"decente". Ora mi spiego. In prima elementare a parte l'insegnante di
italiano, capace e severa quando necessario, mi sono imbattuta in insegnanti
senza polso, capaci solo di colpevolizzare i bambini, agitati e immaturi (cosa
normale a sei anni se non anche 5 e mezzo), senza chiedersi perché non avessero
praticamente tutti e venticinque i bambini rispetto di loro! L'insegnante di matematica
faceva lezione mentre i bambini correvano per la classe; inizialmente li riprendeva in maniera blanda, poi urlando, poi dando
note solo ad alcuni quando erano tutti a fare confusione, dopodiché il
giorno dopo non si ricordava nemmeno i nomi dei bambini e cui aveva dato la
nota (in un anno un bambino ha avuto più di 60 note).
Io
a mio figlio ho sempre detto che chi si comportava male a scuola poi sarebbe
stato bocciato o comunque "punito" in un qualche modo, ma alla fine della
prima elementare non succedendo niente ai più "bischeri" mio figlio
non ha più dato importanza al comportamento che aveva in classe ("tanto
non mi succede niente!"). Oltre a tutto questo il programma di matematica
era come non svolto.
In
seconda elementare grazie a interventi di noi genitori e ad un'ammissione da
parte del dirigente che l'insegnante era conosciuta come un'insegnante non
capace, questa viene messa a insegnare "solo" storia geografia e
scienze, mentre matematica passa a un'insegnante capace e severa.
Risultato
a fine anno la matematica per lo più recuperata, ma le altre materie un disastro, conigli che diventavano carnivori,
coccinelle erbivore ecc...
Ora
in terza dopo ulteriore intervento di noi mamma e ammissione dell'insegnante di
non essere in grado di gestire la classe, sono stati spostati in un'altra
classe (dove i problemi continuano) e noi abbiamo cambiato per la terza volta
insegnante di matematica.
Ora
la matematica recuperata in seconda si sta perdendo, e se non fosse per il
lavoro che faccio io ogni giorno con mio figlio, a sua richiesta, perché si
sente trattato come un "bebè", parole sue, saremmo a livelli di
bambini che hanno appena cominciato la seconda.
Io
non sono un'insegnante e ammetto anche di essere una mamma nervosa e forse
troppo assillante, ma per me la scuola
ha due doveri principali nei confronti dei bambini: insegnargli come ci si
comporta a scuola e insegnargli le basi per poter andare avanti negli studi.
Io
so che l'educazione è al 90% nostra responsabilità ma sono convinta che
l'insegnamento dell'educazione che si deve avere in un ambiente come la scuola
sia al 90% compito delle insegnanti.
Ora
si chiederà perché le sto scrivendo, semplicemente vorrei un consiglio su come
comportarmi perché sono stanca ogni anno di farmi un quattro per garantire a
mio figlio ciò che è suo diritto avere: un insegnamento. Come me si sono
stancate anche le altre mamme e molte si sono arrese dicendo che manderanno i
figli a ripetizione (circa 15 o più bambini su 25), questo a me non sembra
giusto anche perché i nostri figli hanno cominciato il loro percorso scolastico
non imparando le regole di vita in una comunità perché molte insegnanti non
sono in grado di essere ferme e decise sui comportamenti sbagliati.
Come
posso intervenire, come posso esporre la mia ragione a questa terza insegnante senza offenderla, è
una brava donna, ma a mio parere non una brava insegnante. Non sa la matematica,
gli argomenti che affronta li affronta oralmente, come dice lei, senza farli
scrivere (da settembre a oggi mio figlio ha usato in matematica solo un
quaderno e mezzo). Grazie, cordiali
saluti, Marilena”
“Buonasera Gentile Professoressa Milani, mia figlia frequenta la prima elementare. Pochi giorni dopo
l’inizio della scuola la maestra, mi ha
fatto presente che non rispetta le regole ed è troppo chiacchierona,
consigliandomi di punirla . Due giorni dopo, all'uscita da scuola, la
maestra non mi ha nemmeno dato il tempo di arrivare che mi dice "Signora, voi andate a fare la passeggiata
la domenica? bene, per punizione Isa non deve uscire!", e mi dice questo in presenza degli altri
genitori, tanto che qualcuno si è ritenuto in diritto di dire al proprio figlio
di non sedersi vicino a mia figlia.
Sono andata via da scuola con una mortificazione immensa. Ora mi
chiedo.... Una maestra, può dire ad un genitore come punire il proprio figlio?
Può farlo in presenza degli altri genitori? Come comportarmi?
La ringrazio anticipatamente se ha voglia di
rispondermi e le invio cordiali saluti. Lilli.”
“Buongiorno prof.ssa Milani,
vorrei un Suo consiglio sul come comportarsi in un
caso così delicato.
Premesso che il mio nipotino è un bambino
tranquillo e amorevole, e non solo per me che sono la nonna.
Frequenta la quarta elementare in un Istituto
privato. E' adorato dalla sua maestra ma inviso da quella di inglese.
Una volta gli
ha strappato la pagina di un disegno
ritenendolo brutto. Quando sono
andata a parlarle , prima ha negato e poi si è giustificata sostenendo che il bambino
è poco attento.
Ogni volta che dà un compito a casa, che svolgiamo
insieme anche servendoci di siti internet, lo rigetta sostenendo che è malfatto e che "fa schifo".
Il bambino non vuole che torni a parlare con l'insegnante perché teme che la
situazione peggiori.
In linea di massima penso di averLe esposto il
problema. Cosa mi consiglia? La prego di rispondermi al più presto.
Grazie. Nonna Pina”
Ho scelto queste lettere riguardanti i bambini
delle elementari, fra le tante che ricevo su questo argomento, perché mi sembra
che salti agli occhi un concetto importante: certi insegnanti dovrebbero studiare,
o è molto meglio che cambino lavoro. Specialmente quelli che insegnano nella scuola
primaria, che è quella che deve fornire le basi della carriera scolastica dei bambini.
Sappiamo tutti che i genitori danno sempre la colpa
agli insegnanti, che dicono che il loro figlio è “così bravo”, che “studia
sempre”, che “eppure a casa la sapeva”, ecc.
Ma qui ci sono dei fatti, che parlano: chi mi ha
scritto ha descritto da parte degli insegnanti comportamenti che mi sembrano davvero
scorretti. Diamo per scontato che sia tutto vero, e che con si tratti
dell’ennesima visione protettiva di genitori e nonne. Sappiamo tutti che sono
cose che possono succedere.
La prima maestra non sa tenere la classe e non è
preparata sulla sua materia.
La seconda ha suggerito alla mamma di una bambina di
prima elementare (sei anni) "Signora, voi andate a fare la passeggiata la
domenica? Bene, per punizione Isa non deve uscire!".
La terza maestra ha strappato ad un bambino di nove
anni, di quarta elementare un disegno venuto male, usando espressioni come “è
malfatto”, “è brutto” e “fa schifo”.
Care maestre e maestri che vi riconoscete in questi
comportamenti, non ci siamo!
Ci sono maestre che danno 4 a bambini di 6 anni.
Non si accolgono bambini di prima elementare con
note e punizioni! Sono piccolissimi! Vengono a scuola per imparare! Il voto, in
prima elementare, non ha senso! Che cosa capisce un bambino di sei anni del
valore di un 6, di un 4, di un 8? Capisce quello che vede nel vostro sguardo o
in quello dei suoi genitori, che è uno sguardo di disapprovazione o di
preoccupazione. Ha senso? Servirà alla sua autostima?
Care
colleghe e cari colleghi della scuola primaria, pensateci, prima di valutare.
Studiate un po’ più di psicologia. Non si dà 3, 4, 5 a una
bambina di sei anni! Non si dà, per nessun motivo, perché è umiliante e corrode
sul nascere la sua autostima!
Se il bambino non sa stare fermo nel banco, se
picchia, se non ha imparato la poesia a memoria siete voi quelli che devono insegnargli come fare.
Viene a scuola per questo. Se vi stupite perché chiacchiera, io mio stupisco
del fatto che voi vi stupiate. Studiate! Ci sono tante cose che potete leggere
su come insegnare le tabelline, o le poesie. Ci sono tanti libri che possono
spiegarvi quello che un bambino di sei anni può o non può fare. Studiando, non
vi stupirete più, ed eviterete di urlare al bambino perché non sta attento.
Tutti possiamo sbagliare. Ma dobbiamo rendercene conto e cercare di riparare.
Se “i conigli diventavano carnivori e le coccinelle
erbivore”, se la luna diventa un pianeta, studiate! State vendendo fumo, e state facendo dei danni. Non c’è
giustificazione all'ignoranza della materia che insegnate.
Cari
colleghi e colleghe, non si punisce. Semmai si premia. L’assenza del premio è
già la punizione. E, oltretutto, non si punisce una bambina la domenica per un
comportamento tenuto il martedì! Il bambino piccolo vive nel presente, e se
viene punito dopo giorni non ricorda più il motivo della punizione e vivrà la
punizione come un’ingiustizia. Queste cose si studiano.
Non si strappa il disegno o il compito di un
bambino. Neanche se è in quinta elementare, o alle medie, o al liceo. È un
gesto violento. Non si può fare. Non si corregge con rabbia. Non si punisce con
i voti, accompagnando il 4 con “Ecco! Questo è il voto che ti meriti! Così impari!”. Un voto insufficiente deve essere dato con dispiacere, non con
godimento!
Le note, soprattutto quelle date a casaccio, per
disperazione e per rabbia, non servono e sono dannose, perché rappresentano un’ingiustizia
che poi sarà difficile dimenticare.
Ha
pienamente ragione, Marilena, quando dice che “la scuola ha due doveri
principali nei confronti dei bambini: insegnargli come ci si comporta a scuola
e insegnargli le basi per poter andare avanti negli studi”.
Se
non riuscite a tenere la classe tanto da non riuscire a far lezione, studiate!
Leggete tutto quello che esiste sulle strategie per essere interessanti, per
coinvolgere i bambini. Nella vostra scuola ci sono sicuramente colleghe e
colleghi in gamba: non esitate a chiedere consiglio a loro! E se anche dopo
aver letto e riletto tutti i libri, compreso il mio, e ascoltato tutti i
suggerimenti, non riuscite a tenere la classe, prendete in seria considerazione
il fatto di cambiare lavoro. I bambini devono imparare! Non possono perdere
anni della loro vita perché voi, a suo tempo, ma anche adesso, non avete
studiato abbastanza, o non riuscite ad imparare a tenere la classe. D'altra parte, per molti tipi di lavoro ci sono persone non adatte. Come può diventare medico o infermiere uno che sviene alla vista del sangue?
Care maestre e maestri che vi riconoscete in questi
comportamenti, dovreste rifletterci bene sopra e valutare se non sarebbe meglio
per voi cambiare lavoro. Risparmiereste a voi, ai bambini, ai genitori e ai
colleghi tanti problemi.