A volte viaggio. Senza usare le gambe. Senza mezzi di trasporto. Senza LSD o altro. Solo con la mente.
Bastano pochi minuti. Vado dove voglio andare in quel momento. Non è fantasia. È pensiero libero.
Mi piace farmi accompagnare dalla musica.
Vi porto con me, se volete.
I luoghi dove vado sono quasi sempre solitari, lontani da tutto. Evado, insomma.
Una pianura a perdita d’occhio. Grigia, marrone, bordeaux. La vedo dall’alto. Mi piace vedere le cose dall’alto e poi scendere. Una strada lunghissima. Silenzio.
Mi incammino lungo la strada verso l’orizzonte. Il cielo è bianco e giallo.
Ora sono in groppa ad un cammello. Come immagino che sia stare in groppa ad un cammello. Sento l’odore di cammello ed è uguale all’odore del cavallo. Il cammello va. Camminiamo senza fretta verso l’orizzonte.
Intorno, sempre grigio marrone e bordeaux. Sembra un paesaggio spento, ma non lo è. È molto bello, invece.
Vento leggero sul viso. Tranquillità. Silenzio. Lontano, laggiù, mi piace vedere una figura che mi aspetta. Scelgo di vedere mia madre che non ho più. Mi sorride. Mi piace proprio stare un po’ con lei, qui nei miei luoghi della mente. Mi dà la mano per aiutarmi a scendere dal cammello. Mi sorride e io le sorrido. Non ci sono parole che escono dalla bocca. Ma sguardi che trasmettono pensieri.
Le racconto tutto di me e della mia vita, con quello sguardo. E lei si compiace per quello che di bello mi è accaduto. Stiamo insieme, sedute ad un tavolo, con gli occhi all’orizzonte. Beviamo un tè, anche se non lo abbiamo mai bevuto, insieme, quando era in vita. Sempre sorridenti.
La musica mi dice che è sera e devo tornare indietro. La saluto senza parole e la abbraccio. Salgo di nuovo sul cammello, aiutata da mia madre, e vado. Il viaggio di ritorno dura un attimo.
Sono stata bene. Senza usare le gambe. Senza mezzi di trasporto. Senza LSD o altro. Solo con la mente.