La morte violenta è sempre terribile, ma
quando si tratta della morte di persone completamente inermi, in nome di
qualcosa che non capiamo nella maniera più assoluta, lascia frastornati,
addolorati, sbigottiti. E poiché non c’è spiegazione a questa ferocia, perché
la loro idea non è la nostra, non riusciamo a trovare vie di uscita ragionevoli
e perciò cominciamo a sparare le soluzioni più prive di qualunque senso, e
torniamo indietro di secoli, di millenni, fino alla barbarie.
Ho sentito e letto in questi giorni, accanto
a parole che esprimevano orrore, dolore, commozione, condanna, paura e solidarietà, o a
riflessioni pacate che cercavano di elaborare il lutto, una enorme quantità di
stupidaggini: molta, moltissima gente ha dato il peggio di sé, vomitando odio
contro tutti gli stranieri che possono in qualche modo somigliare anche
lontanamente ai terroristi, magari perché hanno lo stesso colore della pelle,
lo stesso taglio di capelli, la stessa barba, la stessa lingua. Persone comuni hanno dimenticato ogni straccio
di civiltà e si sono abbandonate a fare a gara a chi avrebbe fatto più male a
tutti gli “stranieri”, uomini, donne e bambini. E i politici – certi politici - sono saltati in groppa
alla tigre dell’ignoranza e l’hanno cavalcata, entrando al galoppo in campagna elettorale,
convinti che in questi giorni potranno guadagnare tanti bei voti al grido di “fuori
gli stranieri!” o – come ha titolato Libero, “Bastardi islamici”, come se tutti
gli islamici fossero responsabili del terrorismo, come se l’Isis fosse un sinonimo
di islamico, spazzando via in un attimo tutto quello che abbiamo fatto e stiamo
facendo – anche nelle scuole italiane - per la convivenza fra i popoli, fra le
religioni.
E troppe persone – nelle case, per le strade, nelle
piazze, nei negozi e soprattutto sui social network – hanno dato sfogo alla rabbia
finendo per buttare la maschera e mostrandosi per quello che sono: semplicemente
razzisti dentro.
Il terrorismo è un problema gravissimo e molto
complesso, e bisognerebbe che ci fermassimo un bel po’ a pensare, prima
di sparare sciocchezze, soprattutto scritte. I terroristi voglio terrorizzarci, farci dire stupidaggini, impedirci di essere civili, essere violenti e senza scrupoli. Vogliono che diventiamo come loro. E questo è proprio quello che sta accadendo. La lotta al terrorismo è la lotta all'inciviltà. Non si può combattere l'odio e il terrorismo con l'odio e con la barbarie.
Il terrorismo è un problema gravissimo,
perché i terroristi non hanno scrupoli e non hanno paura di morire. E non riesco
neanche a immaginare quale potrebbe essere una soluzione che non ci faccia
diventare come loro. Perciò non esprimo pareri su questa tragedia, non inizio
frasi con “bisognerebbe”.
Penso ai miei alunni musulmani e mi chiedo
come devono sentirsi in questi giorni, guardati con odio dai passanti,
sentendosi definire “islamici bastardi”. Penso a quello che ci sentono dire i bambini e i ragazzi in questi giorni e tremo pensando all'effetto che farà su di loro sentire che gli stranieri musulmani "dovrebbero essere tutti ammazzati come cani".
Penso a tutti quei morti, alle loro
famiglie, ai loro amici.
Penso soprattutto a quelli che vendono le armi ai
terroristi, e ai politici che lo permettono. E spero che non sia vero che ci
guadagnano.
Penso a quella ragazza che stava studiando alla Sorbona e immagino
chissà com'era felice quando è partita per Parigi. E penso a lei e a tutti quei
ragazzi che stavano trascorrendo un bellissimo venerdì sera a un concerto. La
mia mente è piena di questi pensieri tristi. Non voglio che si riempia di odio
o di discorsi stupidi. Per il resto, voglio tacere.