Un ragazza, che chiamerò Ornella, scrive, a commento del post "Bocciature e suicidi":
“Salve...sono una ragazza
di 23 anni e sto frequentando il 5 anno di ragioneria alle scuole serali.
Quest'anno da procedura dovrei affrontare l'esame di maturità, ma con i voti
che ho adesso c'è ancora qualche incertezza sulla mia
ammissione all'esame. Il mio percorso scolastico è sempre stato molto
accidentato fin dal primo anno di superiori, dopo le medie mi ero iscritta in
una scuola agraria, ma per vari motivi sia scolastici (qualche atto di bullismo
da parte di alcuni compagni di classe) e problemi personali non sono passata.
Poi da li ho voluto riprovarci e con molti sforzi, fatica e soprattutto
sostegno della mia famiglia sono riuscita ad arrivare in terza. Da qui credevo
che la mia vita scolastica avesse finalmente raggiunto un equilibrio, anche se
l'indirizzo scelto ormai non mi interessava più; ma così non credevo, per la
seconda volta sono stata bocciata per gli stessi problemi di descritti prima.
Quindi dopo questa bocciatura mi sono veramente sentita una fallita e una
persona che non valeva niente. Quindi dopo questo fallimento avevo deciso di
lasciare la scuola pubblica e ripiegare su un corso che di due anni che ti
iniziava al lavoro, qui ero finalmente riuscita a ritrovare un po’ di serenità
e anche dei professori che lavoravano con il cuore e mettevano tutto se stessi
in quello che facevano, mi hanno fatto tornare la voglia di studiare. Quindi
dopo aver preso l'attestato mi sono riscritta alle scuole serali per terminare
il mio percorso di studi. In quei due anni ero dovuta maturata molto, grazie
anche alle esperienze lavorative fatte ma soprattutto alla perdita di mio padre
che mi aveva sostenuto fin dall'inizio. Però la realtà dei serali non era come
credevo, molti professori non si interessavano minimamente di quello che i loro
alunni apprendevano, le eccezioni si contavano sulle dita di una mano, allora
ero arrivata alla conclusione che mi dovevo arrangiare e farcela da sola,
quindi con molti sforzi e fatica sono arrivata in quinta. Ma quest'anno sono
incominciati i brutti voti e mi sono ritrovata in circolo vizioso fatto
d'angoscia e tensione sia per l'esame, sia perché non vorrei dare un altro
dispiacere alle persone che credono in me. Non dico che sto pensando di farla
finita, ma a volte il pensiero mi sfiora. Ho paura di non riuscire ad
affrontare un altro fallimento, vedo tutti i miei amici che alla mia età sono
già laureati e riescono nella vita...anche mia madre che mi e vicina e conosce
la situazione, mi dice di non buttarmi giù e che ci sono cose peggiori di una
bocciatura, non riesco a crederle e mi sento sempre più in angoscia per questo
fallimento che potrei dare a tutti. Ormai la mia autostima è proprio a terra,
perché mi ritengo una ragazza che ha voglia di imparare e credo ancora nella
cultura. Ma mi sento umiliata dalla realtà che è la scuola e non riesco a
trovare una via d'uscita. Mi scuso tanto per la lunghezza del post ma era
necessario per spiegare la mia paura e l'angoscia che provo. Cordiali saluti”
Cara Ornella, stai
guardando le cose dal punto di vista sbagliato. Mi hai spiegato la tua storia
(solo scolastica, però): ti sei “sentita una fallita e una persona che non
valeva niente”; ora ti senti “umiliata dalla realtà che è la scuola”, con
“l’autostima proprio a terra”. Dici di sentirti “sempre più in angoscia per
questo fallimento”, hai “paura di non riuscire ad affrontare un altro
fallimento”.
Cara Ornella, ti sei
dimenticata di guardare altri aspetti, che dimostrano che sei una ragazza in
gamba, e anche una ragazza fortunata. Hai trovato delle difficoltà, ma hai
saputo affrontarle e superarle, anche se “con molti sforzi e fatica” e, con il
sostegno della famiglia (e questa è già una fortuna). La maggioranza, di fronte
alle difficoltà, rinuncia. Tu no. Sei una persona da stimare. Renditene conto.
Voglio darti qualche
consiglio per la vita.
1. Le difficoltà esistono e molto spesso
non dipendono da noi. Quello che potevi fare tu lo hai fatto, da quello che
dici.
2. Bisogna capire che ci sono problemi
che non hanno soluzione, problemi facilmente risolvibili, e problemi che si
possono affrontare e risolvere solo con molta fatica e con un certo tempo a
disposizione. Il tuo problema scolastico è di quest’ultimo tipo. Stai facendo
le cose giuste, Ornella. Solo che ci vuole del tempo e della fatica.
3. Il nostro valore, la nostra vita, la
nostra felicità o le nostre sofferenze non dipendono dagli altri. E neppure la
vita degli altri dipende dalla nostra. Né i loro dispiaceri. Ognuno deve vivere
la sua vita come può. Tua madre ti dice di non buttarti giù e che ci sono cose
peggiori di una bocciatura. Verissimo. Una bocciatura è un inciampo, non è una
sentenza e non è un fallimento come persona.
4. Non devi avere paura né provare
angoscia perché non riesci negli studi. Non so se supererai l’esame, ma quello
che succederà non conta nulla. Forse verrai promossa e allora sarai più
tranquilla e più serena. O forse andrà male, e dovrai superare un altro
ostacolo. Ma la sostanza non cambia nulla: tu sei tu, bocciata o promossa,
laureata o no, ricordalo. Le persone che ti vogliono bene ti amano in ogni
modo, per quello che sei. A loro non interessa il tuo titolo di studio, credimi, e il loro
dispiacere per una tua bocciatura, è determinato solo dalla paura che tu possa
soffrire.
5. Ricorda chi sei: una ragazza
che sa faticare e andare avanti nonostante le difficoltà, che ha voglia di
imparare e che crede ancora nella cultura.
Cara Ornella, in questi giorni studia più
che puoi, senza demoralizzarti e senza angosciarti, e vedrai che andrà tutto
bene. In ogni caso.
In bocca al lupo!
Fammi sapere!