Lia mi scrive:
“Carissima Isabella, mi chiamo Lia, e insegno
matematica e scienza alle scuole medie. Lo scorso anno sono entrata di ruolo e
quest'anno ho avuto la sede definitiva. Ho anche chiesto il part time per conciliare
il lavoro con i miei tre figli, così ho solo due classi, una prima e una
seconda. Ho sempre avuto momenti di sconforto in passato (ho letto il tuo libro
più volte) e sono pochi anni che insegno, ma stavolta la situazione sta
peggiorando, tanto da pensare che uno di questi giorni mi presenterò al DS e
darò le dimissioni per sempre, mi crea grande angoscia anche arrivare fino a
giugno. Mi spiego meglio. Dedico molta attenzione nella preparazione delle
lezioni, cerco di puntare sulla partecipazione, di far ragionare, di fare
esempi sempre vicini alla realtà, ma continuo a sentirmi sempre inadeguata. In
seconda sono pochi quelli che studiano e anche quando sembrano attenti i
risultati sono pessimi. Sono tanti e rumorosi, svogliati, con genitori che li coprono
e li viziano sempre. Ho corretto le ultime verifiche con i lacrimoni... In
prima però ho i veri problemi: un ragazzo ADHD, con pochissimo sostegno, con
cui mi trovo completamente sola le ultime due ore del venerdì. È incontenibile,
non ha voglia di fare niente, rifiuta ciò che gli propongo e passa il tempo a
tormentare gli altri a volte anche pesantemente. Ho provato molte strategie, ma
ora è peggiorato, sembra divertirsi alle mie spalle. Se ignoro quello che fa
inizia ad infastidire gli altri in maniera pesante, danneggiando i loro
materiali o sbattendo loro i libri sulla testa o cose più gravi (è stato
sospeso tre volte). Sono stata sempre disponibile con lui, ma ora inizio a
stancarmi, non riesco a seguire il resto della classe, a spiegare, perfino le
verifiche sono una presa in giro con lui che canta e si rotola sotto le sedie
dei compagni. La preside si sta muovendo richiedendo controlli e visite
ulteriori, ma la madre è poco collaborativa. Sono avvilita, mi sento impotente
e non so come fare. Ho paura che ne combini una grossa e di rischiare anche
penalmente, vale la pena per quel misero stipendio che prendo? Sto rovinando le
giornate dei miei figli che avrebbero diritto di avere una madre serena, non
così... Per questo a volte penso davvero di mollare tutto, che anche se sono
preparata mi manca qualcosa, soprattutto la capacità di confinare a scuola le
frustrazioni del lavoro. E poi mi sento inadeguata, non riesco ad essere
all'altezza di tutto, a scuola ci sono troppe richieste e con 30 studenti io
non ce la faccio, ognuno ha i suoi problemi ed è impossibile seguirli come
meritano.
Forse semplicemente non ho la vocazione per questo lavoro.... E penso di non
meritare tutto ciò, piuttosto abbandono tutto !! Scusa il lungo sfogo, ma sono
davvero in crisi, ogni volta che devo entrare in quella classe (che pure
sarebbe una bella classe) non ci dormo la notte sapendo in che stato uscirò. Grazie per aver letto. Lia”
Cara Lia, coraggio! Insegnare è
difficile, lo sai. L’ho detto tante volte. Altro che 18 ore!
C’è l’anno in cui ci sono meno
problemi e l’anno in cui ci sono enormi problemi. Bisogna farsene una ragione.
Tu – credimi – pretendi davvero troppo da te stessa. Rileggi:
“Dedico molta attenzione nella
preparazione delle lezioni, cerco di puntare sulla partecipazione, di far
ragionare, di fare esempi sempre vicini alla realtà”: quindi fai il tuo lavoro
meglio che puoi. Eppure dici:
“continuo a sentirmi sempre
inadeguata”: e perché? Non riuscire sempre e con tutti è normale. Credi che a
me riesca tutto bene? Credi che io non faccia errori con i ragazzi? Credi che
io non perda mai la pazienza? Credi che quando mi capita un alunno molto
problematico io non mi innervosisca perché devo interrompere la lezione, e che
non mi arrabbi con me stessa perché non riesco a trovare una soluzione? Credi che
non mi senta stanca, frustrata? Se lo credi, sbagli.
Dici “Sono avvilita, mi sento
impotente e non so come fare”: è normale! Hai in classe un ragazzo ADHD, con pochissimo sostegno, con
cui ti trovi completamente sola le ultime due ore del venerdì.” Per questo, ringraziamo i
governi che, ogni volta, tolgono risorse. Lia, prendi atto del
fatto che se sei sola con una ragazzo che è “incontenibile, non ha voglia di fare
niente…e passa il tempo a tormentare gli altri a volte anche pesantemente…danneggiando
i loro materiali o sbattendo loro i libri sulla testa o cose più gravi” (“sola”
si fa per dire, visto che intendi “sola con tutti gli altri alunni della classe”): non puoi fare praticamente nulla. Non ci riuscirei neppure io, credimi. Ci sono
situazioni che non possiamo affrontare. Ma la differenza fra il tuo
atteggiamento (“a volte penso davvero di mollare tutto”, “uno di questi giorni
mi presenterò al DS e darò le dimissioni per sempre, mi crea grande angoscia anche
arrivare fino a giugno”) e il mio, è questo: io sono consapevole dei limiti che
ho come insegnante, mentre tu credi che sia tuo dovere essere perfetta: “anche
se sono preparata mi manca qualcosa, soprattutto la capacità di confinare a
scuola le frustrazioni del lavoro. E poi mi sento inadeguata, non riesco ad
essere all'altezza di tutto, a scuola ci sono troppe richieste e con 30
studenti io non ce la faccio, ognuno ha i suoi problemi ed è impossibile
seguirli come meritano.”. Cara Lia, ma come possiamo essere all'altezza di
tutto quello che ci chiedono di fare? Non possiamo. Ma dobbiamo provare. Quando ho un problema, io ci penso tutto il giorno finché non ho trovato una soluzione. Fallo anche tu.
Riflettici, e cancella l’idea
delle dimissioni. Con la scarsità di posti di lavoro che c'è, tu vuoi
mollare tutto?
Decidi quali sono le cose che
puoi fare e quelle che è normale che tu non riesca a fare. Vedrai che tutto ti
apparirà in un’altra ottica. Intanto, puoi appoggiare la tua preside, che “si
sta muovendo, richiedendo controlli e visite ulteriori” per trovare soluzioni e
risorse per tentare di recuperare il ragazzo. Prendi delle decisioni con l’insegnante
di sostegno. Parlane in consiglio di classe. Scrivi una lettera protocollata
dove formalmente metti al corrente (anche se lo sa già) il dirigente della situazione, e
chiedi che cosa devi fare quando ci sono situazioni potenzialmente pericolose.
Spero di averti aiutato. Fammi
sapere!