Lisa mi scrive:
“Salve Professoressa, sono la mamma di un ragazzo quasi 17enne, un po’
fragile, molto sensibile e timido, ma per certi aspetti molto profondo, molto
più maturo della sua età. La sua storia scolastica non è stata delle più
facili, il suo carattere molto riflessivo e introverso non lo ha aiutato a
sopportare villanie di insegnanti despoti, che tutto sanno fare fuorché
l'insegnante, e di compagni bulli. In qualche modo, soffrendo molto, è arrivato
in seconda superiore di un istituto tecnico, il suo profitto è sempre stato
altalenante, in certe materie molto bene e in altre arrivava alla sufficienza
con fatica. Comunque nei primi due anni è riuscito con facilità a conseguire il
Patentino ECDL che la scuola offriva nel suo POF. e per lui è stata una grande
soddisfazione poiché amante sin da piccolo dell'informatica. Purtroppo al momento
della scelta di indirizzo, il corso di grafica e comunicazione che lui voleva
scegliere non è stato istituito per la carenza di iscrizioni, è stato pertanto
costretto a sceglierne un altro non di suo gradimento e da li il crollo nello
studio in generale che lo ha portato alla bocciatura. Per il ragazzo sono stati
veri momenti di disperazione e noi genitori lo abbiamo sostenuto e incoraggiato
in tutti modi ma lui non ha più voluto tornare in quella scuola sia per i
professori e sia per i tanti compagni che lo deridevano. Allora ci siamo
rivolti ad un'altra scuola di recente istituzione: un liceo artistico
multimediale, dove nel settembre 2013 ha sostenuto gli esami integrativi per
alcune materie di indirizzo, per entrare nella seconda classe. Ovviamente non
superati, pur avendo studiato discretamente direi ma la
"comprensione" di professori e Dirigenti di una scuola capofila per
l'orientamento è stata proprio scarsa. Da li, questo succedeva la sera prima
dell'inizio delle lezioni, la scelta di iscriverlo, con il suo consenso
ovviamente, ad un istituto alberghiero vicino a casa mia. Anche qui i soliti
esami integrativi, che ha superato, e ha cosi frequentato serenamente, con
buoni risultati quest'anno scolastico. E' sorto anche qui il problema
verificatosi all'istituto tecnico, al momento della scelta di indirizzo, il
corso di accoglienza turistica che lui voleva seguire non è stato istituito,
sempre per mancanza di iscrizioni. Sicché ha dovuto scegliere indirizzo cucina
e da qui si sta verificando per lui un'altra grossa difficoltà. Ma le chiedo, è
giusto che le scuole mettano nella loro offerta formativa determinati
indirizzi, attirino i ragazzi e poi li tolgano? Penso proprio di no! Vorrei
sentire il suo parere. Grazie Lisa”
Gentile Lisa, è ovvio che, quando rispondo a una lettera,
mi baso sulla descrizione dei fatti che mi viene proposta. E' altrettanto ovvio
che la descrizione può anche non essere obiettiva e, soprattutto, che può
essere solo parziale. Non conosco le persone che mi scrivono, e anche questo è
un limite. Però, quello che offro, proprio perché è il risultato dell’esperienza
e delle impressioni esterne di chi non è coinvolto, può essere utile per
riflettere sul problema.
L'impressione più forte
che lei dà di se stessa attraverso la lettera è quella di essere molto
protettiva, sempre pronta ad aiutare suo figlio, anche nelle scelte che a diciassette anni dovrebbero essere esclusivamente sue.
La sua visione del
problema è questo: suo figlio è molto riflessivo, molto sensibile (anche se introverso, timido e un po’ fragile), molto profondo, molto più maturo della sua età, mentre
gli insegnanti sono capaci di angherie, villani e despoti; e i suoi compagni sono
dei bulli. Lei ammette che il profitto
di suo figlio è sempre stato altalenante, ma non mi sembra che le sia venuto in
mente il fatto che semplicemente potrebbe non essere adatto per quella scuola.
No, lei dà la colpa ai professori e alla Scuola, e giustifica suo figlio perché
“al momento della scelta di indirizzo, il corso di grafica e comunicazione che
lui voleva scegliere non è stato istituito per la carenza di iscrizioni, è
stato pertanto costretto a sceglierne un altro non di suo gradimento e da lì il
crollo nello studio in generale che lo ha portato alla bocciatura.”
E dà la colpa alla sfortuna, perché “al momento della scelta di
indirizzo, il corso di grafica e comunicazione che lui voleva scegliere non è
stato istituito per la carenza di iscrizioni, ed è stato pertanto costretto a
sceglierne un altro non di suo gradimento”.
Insomma, è sempre colpa di qualcuno se suo figlio non ha voglia di studiare o se studia "discretamente" e i risultati sono negativi.
Sono cose che possono capitare, signora. Ed è questo che avrebbe dovuto
spiegare al ragazzo. Assecondandolo (e forse anche criticando gli insegnanti, i compagni e la Scuola in generale) lei ha confermato e avvalorato l’idea che l’ambiente
scolastico è un ambiente negativo dal quale deve difendersi. Invece, cara Lisa, la vita è così:
spesso non accade quello che vorremmo, ci sono degli ostacoli da superare, degli
inciampi nel nostro cammino, e dobbiamo imparare a superare le difficoltà,
senza sentirci sfortunati e, soprattutto, senza dare la colpa agli altri, o
alla Scuola o allo Stato, o al tempo, o al gatto nero.
E quando lei (“con il suo consenso” significa che lo ha suggerito lei e
lui lo ha accettato) lo ha iscritto all'alberghiero, è sorto anche qui il
problema verificatosi all'istituto tecnico, al momento della scelta di
indirizzo, il corso di accoglienza turistica che lui voleva seguire non è stato
istituito, sempre per mancanza di iscrizioni.
Ogni volta che lei - magari per giustificare agli altri gli insuccessi scolastici- ha raccontato a qualcuno quanto è stato sfortunato suo figlio ad incontrare insegnanti despoti e compagni bulli, e quanto è stato sfortunato per il fatto che non sono stati attivati proprio gli indirizzi da lui scelti, lo ha involontariamente fatto sentire uno "sfigato" con poche speranze.
Ma che colpa ne ha la scuola se propone degli
indirizzi e poi non riesce ad attivarli per mancanza di iscrizioni? Guardi che insegnanti e dirigenti sarebbero stati contentissimi di poterli
attivare e non potevano sapere, prima di fare la proposta, se avrebbero trovato
degli alunni interessati ad iscriversi. E se lo Stato avesse dato loro il
denaro per attivarli lo avrebbero fatto anche con dieci iscritti, glielo
assicuro.
Insomma: se tutti gli indirizzi che sceglie non vengono attivati, non
può essere che ci sia un errore nella scelta? Forse sarebbe stato meglio se avesse
scelto un indirizzo meno impegnativo, o magari più popolare? Probabilmente sì.
Non so se il mio parere le
piacerà, ma, se legge il mio blog, saprà che credo più utile dire le cose come
stanno (o, più precisamente, come sembrano).
Gentile, Lisa, ricordi,
comunque, che sbagliamo tutte, come mamme.
Lasci (un pochino di più) andare le cose come vanno. Suo figlio, sensibile, profondo, più maturo della sua età, saprà cavarsela, se gli dà un po' più di entusiasmo e di fiducia negli altri e nella vita.
Mi faccia sapere!