Sofia mi scrive:
“Gentile Professoressa, sono un'insegnante di sostegno
(scuola primaria) entrata in ruolo quest'anno. È il mio terzo anno di lavoro.
Mi trovo bene con i bambini che devo seguire ma non
sempre con le colleghe. Ma non è questo il punto.
Siccome ci tengo al mio lavoro (l'ho scelto perché mi
piace e mi entusiasma) vorrei chiederle un parere. Sarò brevissima.
Da quasi due mesi c'è un nuovo alunno in terza, un
senegalese.
All'inizio sembrava rispettoso delle regole, poi dopo
poco ha cominciato a comportarsi malissimo (provocatorio nei confronti di
insegnanti e compagni).
Le mie colleghe si sono preoccupate ma nel giro di
pochi giorni lo hanno messo in riga.
Ma... ogni volta che la collega di classe esce dalla
classe (spesso senza preavviso o per fotocopie, cambi d'ora, ecc....) questo
bambino comincia improvvisamente a comportarsi malissimo, disturbando e anche
mettendo in pericolo gli altri bambini.
Se lo riprendo ben poche volte mi ascolta... il più
delle volte cerca di provocarmi, facendo ridere qualche compagno che subito
faccio smettere. Ma lui continua...
Un esempio: oggi con l'insegnante di classe era
tranquillo, poi lei è dovuta uscire per 20 minuti e lui inizia le provocazioni...
Mi impegno subito (per prevenire) a creare un clima
tranquillo e provo, con fermezza, ad essere autorevole.
Gli altri bambini lavorano ma lui continua a provocare
(mi fa il verso, si alza, salta da un banco all'altro, mi fa un gestaccio quando
sono girata, parla ad alta voce...).
Poi ritorna l'insegnante di classe e lui torna educato
e tranquillo.
All'uscita l'insegnante di classe parla con la sua
collega di classe e le dice: "è stato bravissimo". È molto
soddisfatta e anche l'altra collega salta dalla gioia... Che tristezza leggere
nei loro occhi la soddisfazione di aver fatto rigar dritto un caso difficile...
tristezza perché io non ce l'ho fatta...
Non ho potuto star zitta, dico, nuovamente,
alle mie colleghe che quando ero sola non si è comportato bene. Quella con cui
ero in compresenza mi accenna un sorriso.
Mi fermo qui, non voglio annoiarla.
Mi sento una stupida, sono piena di entusiasmo, studio
ogni giorno, credo di essere in gamba in tante cose, ho troppa voglia di
insegnare.
Ma se dei bambini di 9-10 anni non mi rispettano...
dovrei cambiare lavoro?
Cosa devo fare? Grazie Professoressa. Sofia”
Cara Sofia, insegni da soli tre anni: quello che devi
fare è imparare. Probabilmente le tue colleghe hanno più esperienza e credo che
invece di sorridere dovrebbero aiutarti. Come? Cercando di capire dove sbagli e
dandoti dei consigli, e, soprattutto, riflettendo sul fatto che se un alunno si
comporta bene con loro e male con te, in realtà hanno ancora molto da fare per
quel bambino e per la classe. Quando un insegnante, soprattutto se ha molte ore
con la classe, scopre che gli alunni si comportano bene solo con lui, non
dovrebbe gongolare, ma preoccuparsi. Sentirsi soddisfatti è indice di egoismo e
anche un po’ di menefreghismo: lasciare nelle difficoltà una collega alle prime armi, che è una
insegnante della loro classe, significa non rendersi conto del fatto che quello
degli insegnanti è un lavoro di équipe. E, se vogliamo dirla tutta, è vero che l’insegnante
di sostegno è di sostegno alla classe, ma la responsabilità principale
dell’educazione degli alunni non è sua, ma degli insegnanti che hanno più ore.
Immagino che tu abbia letto il blog e forse anche il
libro: se pensassi che una insegnante che non riesce a gestire un bambino
difficile dovrebbe cambiare lavoro non avrei scritto né il libro né il blog. Soprattutto
perché hai scritto:
“ci tengo al mio lavoro (l'ho scelto perché mi piace e
mi entusiasma)”;
“Mi trovo bene con i bambini che devo seguire”
“Mi sento una stupida, sono piena di entusiasmo,
studio ogni giorno, credo di essere in gamba in tante cose, ho troppa voglia di
insegnare.”
Che cosa dirti? Non devi sentirti una stupida, Sofia. Hai
le qualità che deve avere un bravo insegnante. Con queste premesse ce la farai
senz’altro. E forse diventerai più brava delle tue colleghe.
Nel caso che ti preoccupa: evidentemente hai fatto un
errore iniziale. Ti sei lasciata spaventare da lui e non lo hai bloccato
subito.
“All'inizio sembrava rispettoso delle regole, poi dopo
poco ha cominciato a comportarsi malissimo (provocatorio nei confronti di
insegnanti e compagni).
Le mie colleghe si sono preoccupate ma nel giro di
pochi giorni lo hanno messo in riga.”
Ecco: tu non lo hai messo in riga. Hai tollerato,
anche se probabilmente non te ne sei resa conto. Con chi non rispetta le regole
bisogna avere tolleranza zero. Anche con gli alunni che sono difficili davvero,
quelli che hanno un vissuto terribile, perché solo così li si aiuta: dando loro
dei paletti che evidentemente la famiglia non ha dato loro. Figuriamoci con
quello che sceglie di comportarsi bene con le tue colleghe e male con
te. Vai in classe e al primo cenno di disturbo digli che adesso non tollererai
più nulla. Parlagli a lungo fuori dalla classe (le compresenze servono anche a questo). Spiegagli che si sta comportando molto male e che è ingiusto con te.
Spiegagli che un bravo bambino è bravo sempre e non a ore. Non devi avere paura
di non farcela, altrimenti se ne accorgerà e non ti ascolterà, quindi
convinciti del fatto che lui non può mancarti di rispetto. Rileggi il blog e il
libro: l’ho scritto chiaramente. Infine, parla alle tue colleghe e chiedi “Scusate,
ma a voi basta che Tizio si comporti bene con voi e se si comporta malissimo
con me non vi interessa?”.
Spero che leggano il blog.
Fammi sapere, Sofia!